Un anno fa di questi tempi salì al soglio pontificio, al seggio periglioso di arturiana memoria, Jorge Mario Bergoglio, che scelse per sé il nome di Francesco. Primo Papa con un nome del genere (una cosa ben strana, non trovate?), primo Papa Gesuita (altra stranezza, anche se i complottisti possono semrpe dire che i gesuiti hanno sempre rappresentato l’altra faccia del papato, con il papa nero, quello occulto, nascosto), primo Papa del Sudamerica.
Ricordo che ero in libreria, in fila per pagare, ma non ricordo bene se avevo in mano Cloud Atlas di David Mitchell o Gioco Mortale di Neal Stephenson, comunque uno dei due, quando mia sorella mi telefonò per dirmi che c’era stata la fumata bianca: Habemus Papam.
Tornai a casa giusto in tempo per vederlo affacciarsi e dire il suo “Buonasera”, un tono colloquiale che non ha perso, molto vicino al modo di porsi di Papa Giovanni Paolo II e molto, molto distante dalla regalità, propria di un principe della Chiesa, che contraddistingueva Papa Joseph Ratzinger, il Papa che, dopodiversi secoli, ha scelto di abbandonare.
Al di là di predicare una Chiesa più vicina ai poveri, cosa ha fatto davvero Papa Francesco? Dico che questo Papa mi piace, ma mi tocca fare l’avvocato del Diavolo (qualcuno deve pur farlo, o no?) e devo dire che al di là dei proclami poco o nulla si è fatto.
Perché va bene dire una Chiesa più povera, ma parte dei beni della chiesa sono stati redistribuiti?
Certo che no.
Ma è passato solo un anno, del resto. Il terremoto Francesco non c’è stato, ma smottamenti sì, il Papa non sta passando come un carro armato, ma la sua orma comincia a vedersi.
Dove? Allo Ior, per esempio.
L’elezione di Francesco è coincisa grosso modo con il pensionamento (per età o forzato?) del potente cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone; il quale, per un po’, s’era tenuto la presidenza della Commissione di vigilanza dello Ior, ma è stato destituito anche lì.
Dietro Bertone, sono entrati in un coro d’ombra anche altri porporati, come per esempio il cardinale Attilio Nicora, anche lui allo Ior come capo dell'Aif, l’Autorità di informazione finanziaria; i due, Bertone e Nicora, non sempre son stati d’accordo, ma adesso sono accomunati dal fatto di essere entrambi fuori dall’Istituto del torrione Niccolò V.
Altri fuoriusciti dal torrione sono i cardinali Domenico Calcagno e Giuseppe Versaldi, il primo è uscito anche lui dallo Ior e guida l'Apsa, il secondo è a capo della Prefettura per gli Affari economici. Entrambi sono in attesa di chiarimenti sul futuro dopo la creazione del Segretariato dell'economia.
Lo Ior, croce e delizia di ogni Papa.
Se è vero che Bergoglio sta cercando di aumentare la trasparenza dell’istituto, è altrettanto vero che da lì è anche venuto il grande imbarazzo, quando Papa Francesco nominò allo Ior monsignor Battista Ricca, un uomo che è stato molto chiacchierato questa estate, non per fatti venali, bensì per presunti scandali sessuali.
Lasciamo lo Ior e passiamo alla Curia. C’è stata l’istituzione del cosiddetto "C8", il Consiglio dei cardinali creato dal Papa per le decisioni sulla riforma della Curia. Perché è ferma intenzione del Papa riformare la Curia, rendendo più democratiche, perché dal basso, le elezioni e le cariche.
Staremo a vedere.
Se il Papa riforma in positivo lo Ior e la Curia avrà fatto tanto.
Tantissimo.
Massimo Bencivenga |