Oggi, quando si parla di crisi economica italiana, non si può fare a meno di abbinarci il campo bancario italiano. E' questa la grande incognita del sistema finanziario italiano: quanta liquidità serve oggi a tenere in piedi le banche italiane?
E badate bene, non stiamo parlando di una, ma di qualsiasi banca in Italia. I problemi arrivano soprattutto dalle direttive ferree provenienti dall'Europa. Le banche italiane hanno dichiarato di non essere disposte ad accettare quello che viene considerato un vero e proprio diktat da parte dell'Eba. Ricordiamo che quest'ultimo è stato avallato anche dall'Ecofin.
Per questo motivo, le nostre banche hanno deciso di opporsi in maniera incisiva, anche tramite azioni legali. Quello che vogliono evitare ad ogni costo sono gli aumenti di capitale sul mercato, sebbene si dicono pronte a lavorare per rafforzare il patrimonio, coadiuvate dalla Banca d'Italia. Gli istituti bancari italiani sono convinti che la richiesta di capitale aggiuntivo sia legata a una metodologia non equa, che porta il nostro Paese a pagare un conto più alto rispetto a quello presentato ad altre nazioni, le cui banche centrali sono meno severe per quel che concerne la regolamentazione. Le nostre banche concorderanno, per questo motivo, un piano d'azione già anticipato in larga parte da una dura nota del 9 dicembre, in cui l'Abi ha detto che"Oltre a richiedere formalmente che l'esercizio sia profondamente rivisto, l'Abi si riserva di verificare in ogni sede la legittimità dello stesso”.
Quello che viene chiesto è l'inclusione di bond convertibili già prima della conversione come strumenti di contingent capital, la valutazione degli effetti derivanti dalle coperture sui titoli di Stato e la regolamentazione meno svantaggiosa sugli asset ponderati per il rischio. |