 Nel bilancio del 2015 l’azienda ha iscritto alla voce “crediti verso clienti esigibili entro l’esercizio successivo” 72 milioni euro, una cifra che ha determinato altri 45 milioni di debiti che Amam ha dovuto contrarre - ed iscrivere a bilancio - nei confronti dei fornitori ed altrettanti nei confronti del Comune di Messina, facendo ammontare il debito complessivo a circa 80 milioni di euro.
Dati - a dire il vero piuttosto clamorosi - diffusi in risposta alle accese polemiche che avevano seguito, nei giorni scorsi, la decisione di Amam di prevedere nel piano di recupero crediti anche la riduzione della portata idrica ai danni di chi non paga. Una mossa che ha sollevato non poche perplessità in seno alla stampa e agli ambienti politici locali, soprattutto perché la misura andrebbe a colpire in egual modo sia i condomini morosi che quelli in regola, penalizzando chi ha sempre rispettato le scadenze e pagato con puntualità quanto dovuto.
Il perché di questa situazione lo ha spiegato la stessa Amam con una nota diffusa a mezzo stampa: con i 3100 condomini messinesi la partecipata ha un contratto unico, quindi anche un contatore unico. La riscossione dei consumi, perciò, diventa inevitabilmente compito dello stesso condominio, attraverso l’amministratore. Eppure, sottolinea Amam, quattro condomini su cinque “non hanno pagato e/o non pagano regolarmente le bollette di consumo dell’acqua e dell’uso della fognatura e della depurazione. Il perché non paghino è una questione esclusivamente interna alla gestione del condominio”.
Condomini morosi, cosa fare? La partecipata siciliana ha fatto ricorso alla riduzione della portata idrica per abitazioni, negozi, attività commerciali e imprese. E lo ha fatto con pieno diritto, in quanto titolata ad agire in questo modo dalla legge. Fatto sta che questa attività di recupero sia finita nell’occhio del ciclone per il presunto disagio a chi paga regolarmente.
Amam, fanno sapere dall’azienda, “si è sempre resa disponibile a concedere piani di rientro alle utenze morose, comprese quelle condominiali. In passato sono stati stipulati accordi con previsione di rateizzazioni che spesso non sono stati onorati, neanche pagando i consumi correnti, determinando così un aumento considerevole del debito”.
L’unica soluzione possibile per uscire dall’empasse sembra quella di installare contatori singoli e stipulare nuovi contratti, non prima però di aver chiuso i contratti esistenti, ancora pendenti per morosità.
In questi giorni il tavolo tecnico tra Amam, Comune, Associazione Consumatori, Associazione degli Amministratori e la Camera di Commercio dovrà mediare per trovare un punto di incontro tra tutte le parti in causa. Intanto, a Messina la portata idrica resta ridotta anche per chi l’acqua l’ha sempre pagata regolarmente. |