Motorola, una storia italiana
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Motorola, una storia italiana

L'incubo del licenziamento è finito per i tecnici del centro ricerche Motorola di Torino, sono stati assorbiti da un coraggioso imprenditore italiano

Motorola, una storia italiana

Nell’autunno del 2008, mentre in America c’erano le elezioni della speranza, da qualche parte nel nord Italia, nella parte produttiva del paese, erano in molti a non farsene più, di speranze. Nei giorni del trionfo di Obama la Motorola, multinazionale della telefonia, ritenne “non più stategico” il suo centro di ricerche di Torino. Circa 400 tra ingegneri, informatici e ricercatori, la creme dei politecnici a sentire gli esperi, rischiavano il posto di lavoro, nonostante i copiosi fondi che lo stato italiano, per effetto della regione Piemonte, aveva profuso nel centro stesso. Una spaventosa emoraggia informatica si profilava per l’Italia tutta. Anni e anni di formazione, di competenze ed intelligenze, a volerla dire in inglese, di Know-how, correvano il serio rischio di finire inutilizzate Dopo 3-4 mesi di thrilling sembra che la situazione sia nettamente migliorata.

 Le intelligenze del centro ricerche sono state rilevate e assunte da un coraggioso imprenditore Italiano. Il nome del coraggioso? Mario Rizzante. Sconosciuto ai più, ai salotti buoni della finanza e non, ha dalla sua una bella storia, di quelle che piacciono molto agli americani. Il sogno. Operaio della Fiat di giorno, studente di notte; in questo modo ha conseguito prima il diploma e poi la laurea in Scienze dell’informazione, ha fatto parte del nucleo originario, insieme a Sergio Ingegnatti, Oscar Pepino e Giovanni Ciampella, dei cervelli elettronici che crearono il sistema informativo per la gestione, completamente automatizzata, del magazzino ricambi Iveco, l’unica vera multinazionale, ai tempi, di casa Fiat. E il progetto funziona così bene che lo usano ancora. Lasciò la Fiat per occuparsi di software in giro per il mondo.

 

Nel ’96 ha fondato la Reply, la società che ha rilevato dli ex tecnici Motorola, ma prima ancora, e sempre con i tre amici, mise su diverse start up, una di queste, la Mesarteam arrivò a fatturare 40 miliardi di lire prima di essere ceduta al Credit Lyonnais. Non è un giovane rampante o un rampollo di nobile, finanziariamente parlando, schiatta, ma un amministratore serio, capace di pensare in grande e con visione d’insieme. Ha fatto dell’understatement una filosofia di vita. Reply è la terza società italiana, dopo Unicredit e Smi, ad aver concluso con successo un’Opa in Germania. Con la sua creatura Rizzante ha rilevando il controllo di Syskoplan, società quotata alla Borsa di Francoforteneanche, e tra i clienti Reply può contare  Mediaset; è solo grazie alle applicazioni create da Reply che il palinsesto ha potuto avviare un sistema di tv a pagamento sul digitale terrestre. Gli ingegneri “passati alla nuova proprietà” sono, da buoni tecnici, scettici. Troppe volte, a sentir loro, gli italici imprenditori hanno incassato gli aiuti e i finanziamenti per poi sparire o delocalizzare. Vedremo la storia futura della Reply. Per adesso è la più bella storia imprenditoriale d’inizio 2009. E non è poco. 

                                                                 Massimo   Bencivenga

 
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