Intervista a Giuseppe Maria Chirico - Ad Waste Italia
Se dovessimo guardare in prospettiva, sicuramente Waste Italia dovrà seguire in maniera anticipatoria quella che sarà l’evoluzione del mercato Italiano.
Un modo certamente valido è quello di studiare le esperienze degli altri paesi europei, considerando lo smaltimento in discarica come uno dei sistemi residuali del ciclo dei rifiuti, in una logica di attenzione alle tecnologie rivolte alla valorizzazione del materiale in fase di trattamento.
Da questo punto di vista ci sono una serie di nicchie che potranno diventare dei business veri e propri, su cui puntare, acquisendo quelle competenze (anche per linee esterne) orientate allo sviluppo di queste tecnologie.
Questo cambio di mentalità è un passo importante, perché farranno certamente parte del futuro di Waste Italia, sia la valorizzazione di materiali più spinta e capillare (rispetto all’impegno già profuso), sia lo scouting e l’avvio di alcuni filoni tecnologici che utilizzano macchinari (anche a tecnologia complessa), dedicati anche alla valorizzazione dei materiali.
In secondo luogo, essendo già leader nei territori dove operiamo, dobbiamo pensare di espandere i servizi che forniamo alle aziende anche in altre regioni italiane, ribilanciando la nostra presenza in altre aree geografiche.
Veneto, Emilia, Toscana e Marche potrebbero essere regioni dove sviluppare il nostro business, anche acquisendo piccole realtà ben gestite, che potrebbero essere facilmente integrate con la struttura di Waste Italia.
Infine, in una logica di differenziazione e di aumento delle linee di business, si potrebbe anche ipotizzare l’apertura a settori attigui al nostro, come i rifiuti speciali pericolosi, le bonifiche, pulizie industriali, che condividono sia l’approccio commerciale di Waste Italia che problematiche affini, anche per questa tipologia di servizi. |