Abbiamo scassato, parola di De Magistris
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Abbiamo scassato, parola di De Magistris

Abbiamo scassato, nello slang idiomatico campano sta per abbiamo stravinto...Ma il modello è esportabile? Io dico di no!

Abbiamo scassato, parola di De Magistris

Abbiamo scassato ha detto Luigi De Magistris, adesso dobbiamo ricostruire, così ha esordito il nuovo Masaniello.
Quell’abbiamo scassato, che nel modo colloquiale ed idiomatico campano significa abbiamo stravinto abbiamo dominato può essere letto anche come un abbiamo scassato, nel senso di abbiamo devastato, fisicamente, una terra ed una realtà, e di questo scempio in Campania è responsabile tutto lo spettro politico senza distinzione di foggia, colore ed ideologia politica, ed ora dobbiamo ricostruire.
Il turno di ballottaggio, con le pesanti vittorie di Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris, ha portato delle novità, com’è ovvio che sia.
Quelli della Lega dicono di non aver perso loro a Milano, ma Berlusconi.
Probabilmente è vero.

 

 

 

Berlusconi. Un osservatore esterno, indipendente e curioso, non può non trovare dell’ironia nel fatto che gli estremisti, i massimalisti, i comunisti, gli amanti degli zingari e degli emigrati, dei gay e degli islamici, abbiano espugnato la città di Berlusconi; la città che, a mo’ di nume tutelare, ha visto ed accompagnato l’ascesa dello stesso.
Nel Febbraio di due anni fa Berlusconi era all’apice, da lì in poi, dalla vittoria in Sardegna candidando un quasi signor nessuno, è stata una continua discesa, cominciata con la “sparata” di Veronica Lario sul ciarpame senza pudore e proseguita con il malpancismo di tanti, troppi esponenti del Pdl stesso; una discesa nella quale è riuscito a prendersi qualche rivincita verso degli uomini, Fini e Leonardo, rei di averlo criticato.
Sembrava averla sfangata di nuovo ma, per dirla alla Paolo Coelho, tutto l'universo tramava per rendere più cocente lo smacco di subire l’onta-Pisapia. Onta nel senso di vergogna.
Il Berlusconi del 2008 aveva i numeri e la maggioranza per diventare uno statista e fare tanto per il paese. Ha deciso di alzare lo scontro politico ed istituzionale dando più potere ai falchi (i Santanchè, i Sallusti, i La Russa, i Verdini) ed accantonando le colombe (i Pisanu, i Martino, i Pera).
Il risultato di questo muro contro muro è stato che una società  moderata come Milano ha rifiutato gli estremismi di Silvio Berlusconi.

Partiti. Ad uscire a pezzi da questa tenzone elettorale sono i partiti, perché se il Pdl piange il Pd non ha di che ridere, e nemmeno il Terzo Polo, che non ha fatto granchè e che sembra tenuto in piedi con lo sputo (cosa faranno adesso Urso e Ronchi?).
Ieri sera Bruno Tabacci insisteva con il dire che si è concluso il berlusconismo, la coda però può essere lunga è tutt’altro che indolore, mentre Gabriele Albertini stigmatizzava il veliname e la questione Nicola Cosentino in Campania.
Le chiavi di lettura possono essere molteplici, la situazione è abbastanza confusa e, come ha sottolineato la politologa Sofia Ventura, bisognerebbe interrogarsi altresì sulla questione della leadership.
Se De Magistris è un Masaniello, un arruffapopolo che ha ricordato per certi versi il primo Bassolino, Pisapia è il vento immateriale che modella la roccia; quasi un deus ex machina il prima, un uomo che ha dimostrato di conoscere Milano a menadito il secondo.

Modelli molto diversi, come diversi sono i modelli di Trieste e Cagliari.

Modelli non esportabili.

Nel 2005 Berlusconi perse le regionali ed aveva già in Romano Prodi un contendente, oggi il contendente e la coalizione non ci sono.
Bossi ed i leghisti non sono sembrati affranti, sanno che adesso sono ancora più preziosi e l’asticella si è alzata di nuovo.

Sandro Bondi ha rimesso il mandato di coordinatore addossandosi colpe non sue atteso che ormai conta come il due di coppe quando la briscola è a spade.
Il pensiero di dimissioni invece non sembra sfiorare i “veri” coordinatori del Pdl, ossia Denis Verdini e il Ministro della Difesa Ignazio La Russa.

Berlusconi starebbe pensando ad un coordinatore unico, individuato in Angelino Alfano e non in Franco Frattini come girava voce.

Ma che diranno gli ex di An?

Un smottamento nella politica ci sarà di sicuro, più arduo sarà sapere quando e chi se ne avvantaggerà.

Massimo Bencivenga      

 

 
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