
Adesso la riforma elettorale. Dopo aver messo a posto (?) i conti, la pensione e il lavoro, tutte cose su cui peraltro ci sarebbe eccome da ridire, è arrivato il momento di approntare qualche misura per la crescita economica come è scoccata l’ora di cambiare una legge che, per stessa ammissione di chi la pensò, è una “porcata”. Sto parlando della legge elettorale. Breve cronistoria.
Nel 2005, dopo il cappotto o quasi di 12-2 per il centrosinistra alle regionali, Berlusconi diede mandato a Calderoli di pensare un nuovo sistema elettorale, sempre all’interno del maggioritario, in grado di “limitare i danni”, in quanto la vittoria del professor Prodi era data quasi per scontata.
Le cose non andarono proprio così, Berlusconi nell’ultima sera, nel confronto tv con Prodi, riuscì a spostare una bella percentuale di voti e alla fine ci fu un sostanziale pareggio. Gli italiani, con il Porcellum, si trovarono a votare non già una persona, ma un partito che aveva una lista di persone, le prime, in base ai risultati, andavano in parlamento, gli altri no.
Il risultato fu un Parlamento di nominati e di amici di, tanto su fronte quanto sull’altro, anzi, su tutti gli altri fronti. Amiche, mogli, avvocati, traduttori, manager, con un simile sistema tutti possono ambire ad un posto in paradiso. Ed infatti in tanti vennero catapultati, senza esperienza, al Governo. Il Governo Prodi, il Prodi II, aveva ben altro a cui pensare, stante una maggioranza nulla, sempre per effetto della legge elettorale, parla di cambiarla, ma di fatto non fece niente.
Poi successe che il Governo venne sfiduciato per via dell’affaire riguardante la moglie di Mastella, non ci fu tempo per cambiare la legge e allora sia andò a rivotare, siamo nel 2008, con la stessa porcata del 2006.
Altra infornata di amici, amanti e mogli di.
Per tre anni ogni politico, o quasi, interpellato ha detto che la legge va cambiata, ma nessuno ci crede né lo vuole veramente, men che meno i capobastone, che usano la legge elettorale per piazzare i loro amici politici; ci si accapiglia nelle segreterie per mettere i propri uomini in pole position.
Poi è arrivato lo spread e il governo Bocconi e Goldman, e tutti lì a dire che bisogna cambiare la legge elettorale per porre di nuovo al centro della politica gli uomini.
Dopo sette mesi di Governo Monti siamo ancora come eravamo nel 2008, con la prospettiva, qualora si votasse nel prossimo autunno, di ritrovarsi per le scatole ancora un Parlamento di nominati.
Perciò, se tengono a cuore il paese, e a parole dicono di sì, allora la prossima mossa deve essere, insieme alla crescita, anche una nuova riforma elettorale. Anche perchè il rischio è che la gente non si butti più a sinistra, ma da Grillo.
Massimo Bencivenga
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