Bersani premier anatra zoppa?
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Bersani premier anatra zoppa?

Il Pd, a oggi, avrebbe la maggioranza solo alla Camera. A meno che..

Bersani premier anatra zoppa?

 

Bersani premier anatra zoppa? Come la seconda parte del primo mandato di Obama? Condizione peraltro che non ha impedito a Obama di varare una riforma sanitaria, timida e incompleta quanto si vuole, e una fiscale, per evitare il baratro finanziario, il fiscal cliff usato in questi giorni come un bau bau per Obama e che, salvo qualche emendamento, verrà approvato con l’ausilio dei repubblicani. Non tutti ovviamente.
Va detto che nella politica dei tagli futuri alla spesa, Obama è riuscito a salvaguardare la “sua” riforma sanitaria. Insomma, si può governare anche avendo contro una parte del Congresso. In America sono abituati a farlo da tempo, lo stesso Clinton I fece cose egregie dopo che i democrats persero malamente le elezioni di midterm 1994.

E in Italia? Quasi tutti gli analisti politici concordano nel dire che, a oggi, salvo clamorosi sconquassi e rimonte degli avversari politici, la coalizione Pd-Sel avrebbe la maggioranza alla Camera, ma non al Senato. Lo spettro è quello del Prodi II, con una conta certosina delle persone in aula prima di avanzare una proposta che fosse una. Ai tempi si favoleggiava di poverini portati in aula dopo aver fatto la chemio la mattina. E spesso furono i senatori a vita a rappresentare il quid in più che mancava all’unione di Prodi. Una senatrice a vita, Rita Levi Montalcini, ci ha lasciato qualche giorno fa. Adesso la situazione è diversa. Lì c’era un Berlusconi intransigente e pronto a portare dalla sua quanti più parlamentari possibili; ora ci sarebbe un centro, quello di Mario Monti, che sembrerebbe più incline al dialogo, pronto a offrire una stampella a Bersani, a patto che questi lasci perdere le idee balzane, a detta loro, del pugliese Vendola in materia economica e di diritti civili.
Per la verità, in caso di stallo, Casini non avrebbe dubbi: Monti premier tutta la vita. Nonostante i decenni in Parlamento, Casini ancora non sembra aver capito che non tocca ai politici, in caso di stallo, indicare un Premier, ma al Presidente della Repubblica.

 

Qualche mese fa dissi che il Pd era il partito che più avrebbe potuto soffrire dell’appoggio a Monti. In termini percentuali non sembra essere avvenuto, ma solo lì. Perché non pochi elettori Pd vedrebbero come il fumo negli occhi una alleanza con Casini, figuriamoci se poi lo stesso avrebbe l’ardire di proporre ancora Monti.

Ma le cose, per Palazzo Madama, potrebbero cambiare. Se vien meno l’alleanza Pdl-Lega il discorso cambia, e la coalizione Pd-Sel, conquistando il premio regionale in Lombardia e Veneto, riuscirebbe ad avere la maggioranza anche al Senato.
Questo non significa nulla, perché da quanto c’è il bipolarismo nessuno ha mai avuto i numeri di Berlusconi del 2001 e del 2008, però la governabilità è importante. La situazione “strana” del Governo Monti sarà difficilmente riproducibile; quella parentesi era e doveva essere, per sua stessa natura, transitoria.
Governare cinque anni in quel modo è ben altra cosa.
Il Pd è costretto a sperare che Lega Nord e Pdl non si accordino.

Massimo Bencivenga 

 

 
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