Il titolo può essere una boutade, ma neanche poi troppo, e dopotutto comincio a prenderci gusto dopo aver predetto, un anno prima, l’ascesa a Palazzo Chigi di Mario Monti. Quando, poco prima della votazione del 14 Dicembre 2010, azzardai dicendo chi preferite come prossimo premier tra Mario Monti e Mario Draghi?
Come si può ben vedere ci presi, ma fu, invero, cosa abbastanza facile avendo il 50 e 50 di probabilità. Le cose sono andate come ben sapete e, al più tra 9 mesi, ci ritroveremo a dover decidere un nuovo premier.
Potrebbe essere lo stesso Monti, anche se sinceramente credo e penso che lo stesso ambisca ad uno step in più, ossia al Quirinale.
Ma torniamo a noi, l’anima critica del Pd, impersonata quasi unicamente da Arturo Parisi, il quale, di tanto in tanto e neanche tanto velatamente, anela con occhi umidi alla voglia di avere un altro Beniamino Andreatta capace d’inventarsi un nuovo Romano Prodi, ossia una personalità capace di aggregare intorno a se le tante e litigiose anime del centrosinistra o, se preferite, del centro-sinistra.
Anche se sta tenendo un profilo basso, Fabrizio Barca ha (avrebbe) le carte in tavola per poter fare da collante. E’ un uomo delle istituzioni, è stato anche lui in Bankitalia, prima di diventare Direttore Generale del Ministero dell’Economia e, in tale veste, ha lavorato con gente quali Ciampi, Amato, Del Turco, Visco, Padoa-Schioppa, Siniscalco e, ovviamente, Tremonti. Con Tremonti e con Grilli pare che non si prendesse granchè.
Sposato con tre figli, due dei quali all’estero, in Sudamerica e in Inghilterra, e stanno bene perchè dice: "Ho tre figli e finché non costruiamo un’Italia migliore in cui non serve l’aiuto del padre, che io non do, fino ad allora è bene che stiano fuori".
E pensare che ci sono politici che brigano a tutto spiano per piazzare i loro rampolli in Italia in posti strategici e importanti.
Ma Fabrizio Barca è anche figlio di Luciano, economista, ex partigiano, parlamentare del PCI e direttore dell’Unità, nonché amico di Lord Giorgio Napolitano.
E’ competente, dice di aver votato più a sinistra del Pd, e davvero potrebbe essere la carta a sorpresa del centrosinistra, ammesso che i maggiorenti del partito si facciano da parte, perché in massima parte invisi o bruciati, e decidano di sostenere questo esponente dell’aristocrazia rossa italiana.
Per parte sua, Barca sta girando l’Italia alla ricerca di fondi europei inutilizzati o utilizzati male per convogliare gli stessi verso aree più produttive, come quelle delle autostrade informatiche che potrebbero fare eccome da volano alla stagnante economia italiana.
Interrogato sull’argomento ha ovviamente glissato, ma non è escluso che, dinanzi a delle proposte, non dia la sua disponibilità.
Massimo Bencivenga
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