Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a poche ore dal voto di fiducia al governo Berlusconi, aveva dichiarato che l’Italia vive da troppo tempo "uno stato di tensione nei rapporti politici e istituzionali".
Aggiungendo che "sarebbe bene, nell’interesse generale del Paese, che questa tensione venisse meno". Purtroppo la tensione non è venuta meno, e nonostante l'attacco di Fini a Berlusconi, il Senato ha dato la fiducia al governo, con 162 sì e 135 no. Sono mancati 3 voti dei senatori della Svp, un voto della senatrice Adriana Poli Bortone, e 11 voti di Fli, che a Palazzo Madama si sono astenuti, mentre il premier ha respinto un biglietto da parte del capogruppo di Fli, Viespoli.
Con il Pdl e la Lega, hanno votato la fiducia anche Cuffaro dell'Udc, Villari che da senatore del Pd, ora è nel Gruppo Misto, e Burgaretta del Mpa, che è stato però subito espulso dal suo gruppo. Contrari, invece, due senatori dell'Mpa, il Pd, l'Idv, l'Api e l'Udc.
Anche alla Camera, la mozione di sfiducia presentata contro il Presidente del Consiglio, è stata bocciata. E anche se non ci sono stati undici astenuti, come al Senato, Fli ha comunque perso tre suoi esponenti, fra cui la Siliquini e la Polidori. Anche Calearo, Scilipoti, Cesario e Razzi, hanno votato a favore, nonostante fossero all'opposizione. Berlusconi ha quindi ottenuto la fiducia per tre voti.
Ma a cosa serve?
Ora il governo dovrà allargare la maggioranza, sicuramente con alcuni finiani, probabilmente con alcuni deputati che da sinistra passeranno a destra, o nei gruppi misti.
Nuovi pidiellini, insomma, mentre i moderati di centro, che non vogliono allearsi con Berlusconi, hanno già fondato assieme a Fli, Api, Mpa e Libdem, il Pdn, cioè il Polo della Nazione, l'ennesimo raggruppamento contro il Pdl.
Per il capogruppo dell'Idv, Belisario, "Berlusconi è il più grande mandante della compravendita di parlamentari di questi giorni".
Ma se questo è, come è stato detto da alcuni politici, il "mercato delle vacche", gli elettori lo capiranno con le elezioni anticipate, quando parlamentari, senatori, politici e pregiudicati, torneranno alla solita "campagna elettorale".
Marco Rimo |