Possiamo ben dire che quello che politologi hanno battezzato, con poco spirito, “l’autunno caldo del cavaliere” sta entrando nel vivo, nella sua fase cruciale. Abbiamo già detto su questa testata che dopo un 2008 di soddisfazioni, larga maggioranza ed un rapporto, fatte salve le solite proposte di leggine ad personam, un po’ più disteso con le istituzioni, il 2009 del premier Silvio Berlusconi è iniziato con il braccio di ferro con il Quirinale sul caso Englaro ed è proseguito con “il ciarpame senza pudore” della moglie Veronica Lario.
Sul caso Englaro ne è uscito con le ossa rotte e con la voglia di abolire il ruolo del Capo di Stato; sulle ragazze che voleva candidare è stato costretto a fare marcia indietro.
L’autunno ha però portato al premier una prima vittoria.
Il tanto discusso e vituperato “scudo fiscale” è stato approvato in parlamento e firmato anche dal Capo dello Stato di cui voleva fare a meno. Capo di Stato che è stato velatamente, ma non troppo, tacciato di essere, se non mafioso, un fiancheggiatore degli stessi, dai sin troppo esagitati esponenti dell’Italia dei Valori di Di Pietro.
Martedì 6 ottobre è un giorno importante per il Cavaliere Silvio Berlusconi.
La Consulta dovrà pronunciarsi sulla pcostituzionalità del Lodo Alfano, pronunciamento che, in caso positivo, di fatto, con la sospensione dei processi, attribuirebbe un’immunità particolare alle prime quattro alte cariche dello Stato. Voteranno tutti perché i due giudici della Corte, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, che nello scorso maggio cenarono con il premier, Alfano e Letta non ci pensano proprio a fare marcia indietro e si tricerano dietro una legittima scelta per tutti di pranzare e cenare con chi si voglia.
La consulta tiene a precisare che si tratterà, more solito, di una decisone esclusivamente e squisitamente tecnica, scevra da ogni speculazione politica. I legali del premier stanno pensando anche a varare qualcosa di similare nel caso la Consulta dovesse bocciare il Lodo presentato così com’è. Qualche costituzionalista avanza però delle remore al riguardo in quanto “riapprovare una norma dichiarata illegittima non è consentito”.
Nel caso in cui il lodo Alfano e i suoi gemelli venissero bocciati per il premier Silvio Berlusconi potrebbe aprirsi una nuova, calda stagione di processi. Ma non solo questo toglie il sonno al premier. Lasciamo per un attimo perdere la mobilitazione riguardo la libertà di stampa e concentriamoci su altre questioni: il Partito. Verdini, Bondi e La Russa non si sopportano ed ogni carica, ogni poltrona, ogni consulenza viene gestita con una modalità da Manuale Cencelli sempre più invisa e che comunque lascia sempre malumori e strascichi. Una parte degli ex aennini è insoddisfatta del nuovo ruolo nel Pdl e sono in tanti a giurare su una misteriosa “lista di 50 parlamentari” che chiedono maggiore spazio e democrazia all’interno del partitone. Il sogno di Tremonti, ormai l’hanno capito anche le pietre, è fare il premier e per far ciò non lesina dispetti ai suoi amici; si sussurra che alla fine rimarrà vittima dei suoi stretti intrighi. Dal lato della legalità la questione Cosentino, che si sta candidando a forza, e contro il parere del premier alla presidenza della Campania, potrebbe svoltare in negativo; ricordiamo che Nicola Cosentino, unico parlamentare ad essere anche coordinatore regionale è indicato da 5 pentiti di camorra come “uomo a disposizione dei casalesi” nelle istituzioni.
Una grana mica da ridere per chi come il premier ha detto di voler debellare la criminalità organizzata.
Il tutto mentre Casini, Fini e Rutelli s’incontrano quasi quotidianamente e sembrano voler dar luogo ad un triumvirato capace di succedere alla caduta del premier. Insieme a loro ci sono diversi malpancisti, ossia persone che con il nuovo corso berlusconiano non hanno più la visibilità e il potere di un tempo. Pronto ad imbarcarsi con i triumviri è anche Pisanu, l’uomo che Berlusconi costrinse a mentire sulle elezioni del 2008, e il Letta giovane. Per quanto riguarda altri poteri forti il nascente triumvirato Casini-Fini-Rutelli si giova dell’appoggio di Luca Cordero Lanza di Montezemolo. Ogni tentativo passato di costituire un terzo polo alternativo ai due blocchi del bipolarismo è sempre finito, nell’era della Seconda Repubblica, miseramente; un concetto questo che sicuramente non sfugge ai triumviri che di questa Repubblica sono stati protagonisti. Vedremo. L’impressione è che, qualora non passi il Lodo Alfano, i giorni del Governo Berlusconi potrebbero ridursi drasticamente.
Massimo Bencivenga |