Una nuova Forza Italia con un nuovo Berlusconi: Marina
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Una nuova Forza Italia con un nuovo Berlusconi: Marina

Berlusconi potrebbe fare un passo indietro per lanciare la figlia. Fantapolitica?

Una nuova Forza Italia con un nuovo Berlusconi: Marina

Domani 30 Luglio ci sarà la redde rationem, la sentenza attesa dalle parti del Pdl come una sorta di Giudizio Universale, come la pesa dell’anima presso gli antichi egizi. Io sono dell’idea che la cosa non finirà affatto domani, ma l’ex premier come suo solito avrà pensato a un piano B.

In questi giorni, mentre con la destra invitava a separare la sentenza con l’alleanza politica, con la sinistra invitava i falche del partito a mostrare la faccia feroce e a paventare una crisi di governo che nessuno vuole realmente ma che, nondimeno, avvantaggerebbe più il Pdl che il Pd, alle prese con il calo dei consensi generale e con la mina interna, solo in parte disinnescata, rappresentata dal Matteo sindaco.  

Quale sarebbe il piano B? A parer mio dopo Berlusconi c’è Berlusconi: Marina.

Già, l’uomo di Arcore potrebbe lasciare e fare da apripista alla figlia, sempre spalleggiata magari da Angelino Alfano per la facciata e da Verdini per il lavoro più duro all’interno dell’organizzazione del partito. Una soluzione che troverebbe il plauso dei falchi del partito, ma che farebbe storcere qualche naso all’ala più morbida e moderata, una fazione che, sotto sotto, sembra tifare per un Berlusconi fuori dai giochi e con un Pdl che, libero dalla zavorra dei processi e dei sospetti, possa finalmente diventare un partito normale e moderno, e non già un listone personale.

Marina Berlusconi accetterebbe? Sono sicuro di sì. Con lei il papà risolverebbe alcuni nodi: si toglierebbe di dosso la nomea di quello che le donne le considera solo orizzontalmente; e il suo ego approverebbe per la successione a se stesso infinitamente di più una donna in luogo di un uomo. E’ un maschio alfa e come tale aborre essere scacciato da un altro maschio. Ben diversa sarebbe la cosa con una donna.

Insomma, queste considerazioni spicce mi inducono a pensare che, in caso di passo indietro, volontario o coatto, possa essere Marina a prendere il posto del padre non a capo del Pdl, ma, udite udite, di FORZA ITALIA.

Già, perché Silvio starebbe pensando anche a un ritorno alle origini, al ritorno al futuro di un marchio, un brand più riconoscibile e più emozionante dell'algido Pdl, che non ha mai scaldato il cuore e che un po' di confusione la crea, dal momento che non poche persone indicano che la P stia per Partito e non per Popolo.  

L’impressione generale e che loro, quelli del Pdl, non vogliano far saltare il tappo del Governo, ma nondimeno, qualora ciò accadesse, sembrerebbero più pronti loro alle elezioni che non il Pd. E non solo per una questione di leadership, quanto perché al Pd verrebbe interamente imputato il fallimento della Strana (e Contronatura) Alleanza di Governo.

All’interno dei democrats c’è un malcontento strisciante per l’operato del Governo ben sintetizzato dalle parole “nella merda c’erano loro, ma a conti fatti ad affogare siamo stati noi”  di uno che dovrebbe stare dalla parte di Letta e non da quella di Renzi.

Insomma, la confusione che tanto piaceva a Mao Tse-Tung c’è. Eccome. Ma per avvantaggiare chi?

 

Massimo Bencivenga 

 
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