Marco Simoncelli ha lasciato questo mondo facendo quello che amava. Non se lo meritava ha detto il padre. Non se lo merita nessuno, ma men che meno chi è riuscito, come Sic, a toccare le stelle rimanendo il solito, semplice, solare ragazzo di sempre |
“Non se lo meritava” sono queste le parole, riportate da Guido Meda, pronunciate dal padre di Marco Simoncelli. Ci sono vittorie che non si vorrebbero commentare, come la notte all’Heysel, così come ci sono sconfitte che trovano il tempo che trovano quando si vede un corpo giovane lungo disteso sull’asfalto o in una monoposto da corsa. Sembra incredibile eppure la tragedia, quando si verifica, la si percepisce nell’aria che, di colpo, sembra cambiare densità, temperatura, pressione, forse anche colore. Il tempo si ferma, c’è la voglia di fuggire, di non farsi raggiungere da una notizia che si sa infausta, rincorrendo l’irrazionale speranza che il non sapere possa in qualche modo cambiare ciò che è già avvenuto.
Ci lascia un già campione della 250 ed un futuro (perché no?) campione della Moto GP, e queste non sono frasi di circostanza né divertite considerazioni del tipo “se sono diventati campioni anche gente come Alex Crivillè, Kenny Roberts Jr e Niky Hayden figuriamoci il Sic”.
Vale Rossi ha detto di aver perso un fratello minore, parole azzeccattissime, Simoncelli era il nuovo o un altro Rossi non solo per bravura ma altresì come personaggio. Una volta mia sorella, da profana, vedendolo in una intervista disse proprio: “Ma chi è? Il fratello di Valentino”.
Stesso modo di ridere, stessa franchezza capace di bucare il video, simili anche nei capelli (il primo rossi era riccissimo!), stesso modo guascone, identico modo di stringere gli occhi a fessura solo con una manopola in mano.
Amico di tutti, lascia un grande vuoto in tutti. Non possiamo, per quello che serve, che essere vicini alla famiglia, al papà, alla mamma, alla sorella Martina. Ed alla fidanzata.
Gli amici di Coriano, il paesotto dov’è cresciuto, hanno scritto una frase che mi ha fatto mancare un colpo al cuore. Ora vai e insegna agli angeli come si impenna.
Massimo Bencivenga
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