Tra le malattie infettive erroneamente considerate rare e ormai superate, una delle più pericolose e potenzialmente fatali se non curata in tempo è la Tubercolosi. Si tratta di una malattia causata da un batterio gram-positivo (Bacillo di Koch) che attacca i polmoni, ma può colpire anche altre parti del corpo, incluso il sistema scheletrico. Si diffonde per via aerea, tramite la tosse o gli starnuti di persone infette e il periodo di incubazione va dalle 8 settimane a tutta la vita. Questo perché esiste la possibilità che, pur essendo infetti, la TBC rimanga "dormiente" e non si manifesti mai (tubercolosi latente). Al contrario, se i batteri entrano nel flusso sanguigno, le conseguenze della Tubercolosi possono colpire varie parti del corpo ed essere fatali.
Tubercolosi: come si manifesta e quali sono i sintomi iniziali
Quando la malattia inizia a manifestarsi, si parla di tubercolosi attiva (o malattia tubercolare) e la persona infetta diventa contagiosa e può trasmettere il virus con facilità. I primi sintomi non sono specifici e rischiano di essere confusi con quelli di altre malattie e colpiscono principalmente i polmoni: tosse, perdita di peso, febbre, brividi e sudorazione. La tosse, unita a dolori toracici all'atto di respirare o tossire, dura anche vari mesi e può essere accompagnata da sangue nell’espettorato. Se l’infezione si diffonde al di fuori delle vie respiratorie, diventa tubercolosi extrapolmonare e può intaccare varie parti del corpo (pleura, sistema nervoso centrale, sistema linfatico, apparato genito-urinario, pelle, colonna vertebrale, ecc.). Trattandosi, almeno inizialmente, di sintomi “generici”, spesso la tubercolosi non viene rapidamente individuata, rallentando così l’inizio della terapia e della cura.
Tubercolosi: le possibili complicanze
Come ogni altra malattia infettiva potenzialmente fatale, anche la Tubercolosi deve essere individuata e trattata tempestivamente e in modo adeguato. Se la diagnosi non arriva in tempo o la terapia non viene iniziata subito, può determinare complicanze differenti a seconda della localizzazione del focolaio, provocando conseguenze gravi e in alcuni casi anche letali. Si può andare incontro a danni polmonari irreversibili, con l'insorgenza di fibrosi o buchi nei polmoni e la conseguente riduzione della capacità polmonare e difficoltà o insufficienze respiratorie. Se la TBC si diffonde può colpire il cervello, provocando dolori ossei, meningite e ascessi cerebrali o dare origine alla Tubercolosi Miliare (i batteri si diffondono attraverso il flusso sanguigno a vari organi con focolai di infezione in tutto il corpo) o tubercolosi Extra-Polmonare (i batteri infettano altri organi). Una tubercolosi non curata può anche portare a complicanze cardiache, infezioni delle ossa, infiammazione delle articolazioni e danni ai reni, al fegato e agli organi riproduttivi.
Tubercolosi: possibili effetti collaterali
Anche se diagnosticata e curata in tempo, la tubercolosi può provocare alcuni effetti collaterali che è bene conoscere. Prima di tutto, la terapia multifarmacologica è lunga e molto spesso dolorosa (dai 6 mesi fino ai 2 anni). Il regime tradizionale tipicamente usato prevede l’uso di 4 farmaci (rifampicina, etambutolo, isoniazide e pirazinamide) che hanno lo scopo di eradicare il Mycobacterium tuberculosis e che vengono adeguati in base ai risultati dei test di sensibilità e alla tossicità. Inoltre, si può andare incontro a problematiche legati ai farmaci da assumere, come lo sviluppo di ceppi del batterio resistenti agli antibiotici di prima linea (MDR-Tb), che richiede l’utilizzo di farmaci di seconda linea o l’insorgenza di una forma di infezione ancora più difficile da trattare: stiamo parlando della Xdr-Tb, la tubercolosi con resistenza estesa ai farmaci e possibilità di cura limitate. Infine, importante sapere che trattandosi di una cura antibiotica lunga, il trattamento può portare il paziente a sviluppare malattie epatiche ed epatiti e sintomi simil-influenzali anche gravi. |