Gli Europei di calcio del 2012 si avvicinano e la febbre di calcio comincia a salire. L’Italia di Prandelli, sorteggiata nel girone C, se la vedrà con la Spagna campione d’Europa e del Mondo in carica, con l’Irlanda dei nostri amici Trapattoni e Tardelli, e con la Croazia.
E proprio della Croazia voglio parlare in questo post. Dopo la dissoluzione della Jugoslavia, la Croazia è stata la prima nuova nazione ad rinverdire i fasti della giù Jugoslavia. Alle Olimpiadi del 1992, la nazionale Croata di basket, guidata da Drazen Petrovic, fu battuta solo dallo strapotente Dream Team americano. Ma torniamo al calcio.
La Croazia arrivò in sordina agli europei del 1996. All’esordio gli uomini di Blazevic trovarono un’altra sorpresa ed un’altra nazione calcistica in ascesa: la Turchia. Alla fine riuscirono ad imporsi grazie ad una rete di un giovane attaccante che si era messo in luce anche in Italia con i colori del Padova; sto parlando di Goran Vlaovic, che poi ebbe anche una brutta disavventura per motivi di salute. In quella partita Vlaovic subentrò e rubò il posto a Alen Boksic, il grandissimo attaccante che, come il napoletano Lavezzi, faceva a pugni con la rete.
Nella seconda partita i palleggiatori Asanovic, Prosinecki (un talento purissimo, ma fragile come il cristallo) e Boban, irretirono e nascosero la palla ai danesi permettendo a Davor Suker di siglare una doppietta nel 3-0. L’altra rete la segnò Boban.
Nell’ultima partita con il Portogallo non scesero in campo e persero 3-0, anche perché volevano evitare l’Italia che, nei loro calcoli, avrebbero preso. Calcoli sbagliati, perché l’Italia di Sacchi e Zola non riuscì ad avere ragione della Germania e fu eliminata. I croati nei quarti (a proposito, l’Europeo del 1996 fu il primo con la fase finale a sedici squadre) si ritrovarono opposti proprio la Germania. Una brutta Germania, sicuramente la peggiore che abbia mai visto io.
Il quarto di finale andò in scena il 23 Giugno del 1996. La quadrata e rozza Germania che sfidava il genio e la sregolatezza dei ragazzi slavi.
Klinsmann portò in vantaggio i suoi con un rigore, ma la Croazia, orfana di Prosinecki, riuscì a pareggiare con Suker. Nei supplementari, una azione in sganciamento offensivo avviata da Sammer, nell’occasione libero e primo regista della squadra, e conclusa in rete dallo stesso sancì la fine della favola croata.
I croati furono eliminati, ma uscirono a testa alta e con la consapevolezza di poter dire la loro. Del resto Stimac, Jarni, Boban, Suker e Prosinecki erano stati campioni Under 20 nel 1987 e vicecampioni d’europa Under 21 nel 1990 con la Jugoslavia.
Robert Prosinecki fu anche eletto miglior calciatore del mondiale under 20.
Insomma la stoffa c’era, anzi difficilmente ci sarà più una generazione del genere. C’era il sospetto che quella generazione avrebbe fatto qualcosa di grande.
Cosa che avvenne nel 1998 ai Mondiali in Francia, laddove i croati arrivarono terzi.
E sapete una cosa? Nei quarti liquidarono con un secco 3-0 proprio la Germania.
Segnarono proprio Jarni, Vlaovic e Suker.
Ma questa è un’altra storia…
Massimo Bencivenga
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