Le ultime di mercato e i colpi del passato
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Le ultime di mercato e i colpi del passato

Kaką, Ibrahimovic e Lavezzi tengono banco in un calciomercato in tono dimesso.

Le ultime di mercato e i colpi del passato

E’ tempo di sognare, è tempo di calciomercato. Le ultimissime del calciomercato si rincorrono, si sovrappongono, si miscelano in una ridda di voci ora confermate e ora smentite. Ci sono presidenti che devono rilanciarsi e tenere buona la piazza e ci sono tifosi che sono in trepidante, spasmodica, messianica attesa del colpo per l’anno. Non di rado i colpi attesi, troppo attesi, si sono rivelati delle autentiche schiappe. Sulla fine degli anni novanta le squadre italiane erano come impazzite e davano luogo ad aste pazzesche. Vere e proprie meteore, per non dire bidoni o bufale, venivano pagate a peso d’oro in quei pazzi, e rampanti per calciatori e manager, anni novanta. Per fare un esempio nello stesso anno la Roma prese Fabio Junior (?) per 32 miliardi di lire mentre il Milan ne versò circa 40 (sic!) per assicurarsi le giocate di Josè Mari; nello stesso anno al Milan arrivò Andry Shevchenko per una cifra intorno ai 41 miliardi. E l’anno dopo, per poco meno, l’Inter prese Vampeta. Come potete ben vedere non ci capivano né azzeccavano granchè se Jose Mari e Vampeta venivano valutati come Shevchenko.

Le ultimissime di mercato 2009 ruotano intorno alle magie e alle voglie di tre campionissimi: Ibrahimovic, Kakà, Lavezzi. A loro sono appese le speranze e i sogni di grandezza di Inter, Milan e Napoli. Ognuno sembra avere un motivo diverso per cambiare aria: per Kakà si tratta di una scelta economica della società, non sua; Lavezzi vuole più soldi e una squadra più competitiva, solo che corre il rischio di restare senza niente, nessuna grande è disposta a fare follie per lui; Ibrahimovic vuole più soldi e nuovi stimoli in un nuovo campionato. I tifosi più smaliziati restano sempre scettici di fronte alle ultimissime del calciomercato, quelli più viscerali si abbandono a sogni ad occhi aperti. Un elemento da non trascurare, sempre a sentire le ultimissime di calciomercato, sono le trattative che riguardano gli allenatori. Mai come quest’anno si potrebbe innescare una vera e propria girandola di tecnici, a tutti i livelli: dalla Juventus al Bologna, dal Milan alla Lazio, dalla Sampdoria ad Siena. Si ha l’impressione che la partenza di Spalletti da Roma possa dare inizio ad una girandola in tutta la penisola. Si ha l’impressione che, perlomeno in Italia, sarà un calciomercato in formato ridotto. Grosse cifre non si muoveranno per il semplice motivo che le squadre in Italia dipendono dalle fideiussioni bancarie e dai capricci delle stesse nei confronti dei debiti dei club. Se è innegabile che, in quegli anni, le squadre italiche hanno comprato tanto e male, nondimeno, more solito, esistono delle eccezioni. L’Udinese nel 1995 comprò Marcio Amoroso pagandolo una somma intorno ai 5 miliardi e lo vendette al Parma per circa 50 miliardi nel 1999. Questo significa fare affari nel calcio e non inseguire all’asta giocatori che campano di rendita, anche grazie all’apparato mediatico, su una stagione quando non una singola giocata. Ma tanta gente, dai tifosi ai presidenti, dagli allenatori ai procuratori, sembra non capirlo. Forse non vogliono capirlo. 

 

                                  Massimo    Bencivenga 

 
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