Mentre registro, purtroppo, un altro caduto italiano, il tenente Massimo Ranzani, chiedendoci la ratio di una presenza che, non supportata da adeguata tecnologia e imbavagliata da norme legislative, espone troppo i nostri militari in Afghanistan; mentre, dicevo, registriamo ciò non possiamo non notare l’inizio di grandi manovre attorno alla mappa delle imprese pubbliche, delle authority, delle varie agenzie. Da qui a meno di un anno e mezzo dovranno essere confermati o sostituiti gran parte dei Ceo e degli A.d. che contano in Italia, tra quelli pubblici e quelli a capo di aziende nelle quali è forte una partecipazione dello Stato. L’opposizione sta già accusando il Governo di usare dette nomine per tirare a campare. Come del resto è previsto a breve un altro giro di poltrone tra i ministri. La Santanchè diventerà ministro? Anche Adolfo Urso finalmente coronerà il suo sogno di diventare ministro? Ma torniamo alle imprese e aziende.
A smazzare gli incarichi saranno soprattutto due figure: Giulio Tremonti, per ovvi motivi legati al suo ministero, e Gianni Letta, il Richielieu di Silvio Berlusconi. C’è da rinnovare la testa dei nostri orgogli nazionali: Finmeccanica, Enel e Eni.
Finmeccanica, la creatura di Pierfrancesco Guarguaglini (foto6), rivaleggia ed offre le sue creazioni al miglior offerente, agli Stati Uniti come ai paesi “nemici” degli States, atteggiamento causa di qualche frizione tra Usa e Italia. Ma Finmeccanica è nel mirino di qualche procura per una storia di appalti che sta mettendo in una qualche ambasce Guarguaglini e la moglie. Guarguaglini ovvio vorrebbe rimanere sulla tolda di comando ma la cosa è difficile. Probabilmente ci sarà un uomo nuovo. Chi? Magari qualche manager interno, ma non è escluso qualche big esterno.
All’Enel invece potrebbe rimanere l’attuale amministratore delegato Fulvio Conti (foto1), che, peraltro, rispetto a Guarguaglini ha un profilo politico più basso. Tradotto, è amico un po’ di tutti e non legato a doppio filo a nessuno. Il presidente Enel, Piero Gnudi, viceversa potrebbe essere sostituito. Da chi? Anche qui nessuna certezza. Un altro della casta (sì, anche loro sono una Casta) degli A.d. e Ceo italiani oppure un professorone?
L’Eni sarà chiamata, vista la crisi libica, ad una primavera ed una estate calda. Il ministro dell’Economia potrebbe (vorrebbe?) sostituire Paolo Scaroni (foto2), ma probabilmente il buon Paolo resterà al suo posto e magari tornerà a lavorare con Piero Gnudi (foto3) come ai tempi dell’Enel, se Gnudi passerà dalla presidenza Enel a quella dell’Eni.
Ci saranno delle scadenza anche in Poste Italiane e Terna. La Lega Nord vuole alle Poste un uomo di fiducia. Potrebbe essere Massimo Ponzellini, il banchiere verde caro a Bossi? Per la verità anche qui la situazione è nebulosa, non è detto che non venga riconfermato per l’ennesima volta Massimo Sarmi. Poche poltrone per tanti nomi, nomi quali, solo per citare quelli che vanno per la maggiore: Flavio Cattaneo (foto5), Luigi Roth (foto4), Danilo Broggi, Giuseppe Bonomi, Augusto Fantozzi, Gianni De Gennaro, Gianfranco Tosi e Gianni Castellaneta, Gianni De Gennaro.
Un uomo di Tremonti, Giuseppe Vegas, ha già soffiato un posto ad uno di Gianni Letta, Antonio Catricalà, nel recente avvicendamento alla Consob. Possibile bagarre anche in caso di missione all’estero di Mario Draghi alla Bce. Tremonti, si sa, stravede per Vittorio Grilli.
Parlando di Catricalà non si può non parlare di authority, un’altra partita importante, ma da giocare più avanti. Nella primavera del 2012 scadranno i mandati all’antitrust (Catricalà) e alle Comunicazioni (Corrado Calabrò). Di Catricalà abbiamo già detto la sua corsa alla Consob.
Il Gran Commis di Stato che risponde al nome di Corrado Calabrò, 76 anni, vuole chiudere la sua carriera con un ulteriore incarico da novanta.
Alla Corte Costituzionale? Alla Corte dei Conti? Al Consiglio di Stato?
Massimo Bencivenga
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