Continuiamo il nostro escursus con un altro tipico vitigno campano: l’Aglianico. Il vitigno Aglianico è un altro tipico vitigno campano, un vitigno famoso non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Come la Falanghina, il vitigno “cugino bianco”, anche l’Aglianico è un vitigno coltivato prevalentemente in Campania da perlomeno 2500 anni, forse importato dalla Grecia. Un vitigno che, come la Falanghina del resto, sembra avere come sua culla privilegiata la Campania, con particolare riferimento alla zona del beneventano. L’Aglianico non disdegna però i terreni e i declivi di origine vulcanica, ecco perché lo stesso vitigno Aglianico è coltivato, con ottimi risultati nella zona di Pompei, in quel caso si chiama Aglianico Pompeiano. Come pure poi nella zona del Vulture, al confine tra Avellino e Potenza: l’Aglianico del Vulture ha il marchio D.O.C, quello beneventano I.G.T.
Il tempo ed esperimenti successivi hanno portato alla tradizionale procedura per ottenere l’Aglianico beneventano, generalmente prodotto, come la Falanghina, nelle vicinanze del monte Taburno. L’uva, dopo la vendemmia, viene raccolta e lasciata invecchiate per dodici mesi in botti di rovere, in tal modo la stessa acquista un profumo fruttato arricchito dal sentore e dall’odore di spezie. Il vino ottenuto, l’Aglianico, ha un acceso colore rubino, che vira leggermente verso all’aranciato quando invecchia, ha caratteristicamente un profumo intenso, invitante e asciutto, un gusto con persistenti aromi di frutti selvatici. Il suo gusto è gradevole e leggermente tannico.
Un vino da assaporare in quanto vera gioia dei sensi. |