Oltre a far divertire, i momenti di gioco possono essere motivo di sviluppo personale e sociale di un bambino. Chiaramente esiste una netta distinzione tra i cosiddetti giochi educativi e quelli che non lo sono, ma esistono anche giochi che pur non essendo etichettati come tali contribuiscono alla formazione dei ragazzi. Un esempio di questo tipo sono i playground o i gonfiabili.
I playground sono delle strutture, solitamente all’aperto, con al loro interno zone separate che si distinguono l’una dall’altra per il tipo di gioco che propongono. Ultimamente si stanno diffondendo anche al chiuso, per esempio nei grandi centri commerciali o negozi, che forniscono così la possibilità ai genitori di lasciare i propri bambini in un luogo sicuro mentre sono impegnati. Questi giochi sono completi perché stimolano diverse abilità e competenze, ma la cosa più importante è che in un mondo dove i bambini passano sempre più tempo in casa e l’obesità infantile sta diventando un problema globale, rilanciano come parte importante del gioco l’esercizio fisico e lo stare all’aria aperta.
La soglia dell’attenzione di un bambino inoltre è molto limitata, per cui la varietà di attività che il playground presenta aiuta a mantenere alta la concentrazione. Poter scaricare la tensione e l’energia in eccesso aumenta inoltre la produttività dei ragazzi nei momenti di lavoro, come ad esempio durante le ore di scuola. La pluralità di prove che un playground sottopone a coloro che li utilizzano stimola anche un’attitudine al problem-solving: per riuscire a superare piccoli labirinti, ponti di corde, tunnel e ragnatele è necessario che i bambini escogitino una soluzione, contribuendo anche ad accrescere il loro senso di indipendenza. Infine accogliendo molti ragazzi nello stesso momento, questi imparano a relazionarsi con altre persone, assimilando concetti importanti come condivisione degli spazi e rispetto degli altri individui. |