Il premier Silvio Berlusconi sposta il tiro. Questa volta non solo i comunisti, ma una loro strana variante, quasi del tutto sconosciuta dopo il 1989: i cattocomunismi. La stampa in pericolo sarebbe una barzelletta messa in giro da questi strani esseri. E mentre il WSJ (il Wall Street Journal, di proprietà del “nemico” Rupert Murdoch) recita più o meno testualmente che Boffo è “vittima di una guerra di giornali che ha aperto una crepa tra il Vaticano e il premier”; mentre El Pais lo addita come un “un pericolo pubblico”; mentre New York Times scrive che, per attaccare chi lo critica, sta “ignorando il proprio paese, messo duramente alle corde dalla crisi finanziaria”, il nuovo imperativo del premier Silvio Berlusconi è: “Non faremo prigionieri”.
Sintomatica in tal senso è, non tanto la lontananza, quanto l’assenza quasi totale negli ultimi tempi del prezioso Gianni Letta, uomo Goldman Sachs e ambasciatore personale del premier nelle sfere vaticane.
Non è tempo di mediazioni, è tempo di guerra. E per un galantuomo come Letta non c’è posto. Il WSJ ha visto bene, c’è una frattura tra il premier e il Vaticano, o comunque una parte dello stesso.
Emblematica in tal senso è anche la mancanza, voluta e non una semplice dimenticanza, del premier Silvio Berlusconi al recente meeting di CL, Comunione e Liberazione, che pure vedeva tra i relatori Giulio Tremonti e Mario Draghi, Maurizio Lupi e Pierluigi Bersani. Così, a caldo, da persone morigerate come Formigoni e i suoi amici di CL farsi vedere con il premier non sarebbe stato il massimo, anche se questo, con molta probabilità, gli costerà il tanto agognato e sospirato ministero. A ben vedere sembra che il premier Silvio Berlusconi stia tirando la corda al Vaticano reo, nei suoi pensieri, di non essere stato compatto al suo fianco ai tempi di Casoria e dell’escort Patrizia D’Addario, con il fine di riportarlo al suo fianco dopo la vera partita etica che si giocherà quest’autunno sulla pillola abortiva. La pillola abortiva interessa molto al Vaticano e il premier dopotutto ha i numeri per legiferare. Li sta bacchettando per avere appoggio e, in cambio, lui potrebbe accontentarli sulla pillola abortiva.
Non pago, il premier ha intimato il silenzio ai commissari e portavoce europei minacciando di fare ostracismo burocratico in sede di Europarlamento. Inutile dire la reazione europea che però in Italia non è stata riportata dai Tg.
Ad aggravare la situazione con la Chiesa ci sono poi gli alleati che, nella figura di Gianfranco Fini ha invitato il Vaticano a non interferire con le decisioni del parlamento, e nelle parole di Bossi ha esortato il Vaticano stesso ad accogliere e sostentare, dal momento che parlano di fratellanza e solidarietà mondiale, gli immigrati. E ancora il Silvio nazionale si è fatto invitare all’inaugurazione del gasdotto South Stream, dicendo di aver favorito la rimozione di attriti tra Putin ed Erdogan, visto con il fumo negli occhi dal resto dell’Europa e degli States, in quanto concorrente diretto dell’altro vettore energetico, il Nabucco.
Un’offensiva totale quella del premier furioso che non risparmia nessuno tra i suoi critici, ma che comunque non lo salverà da un autunno talmente caldo che sembrerà radioattivo tra problemi etici, sociali, economici (tanti entreranno in cassa integrazione e per molti altri finirà la stessa senza più alcun lavoro), alleati da tenere buoni, una riforma della giustizia e una guerra da gestire, una finanziaria da inventare e un debito pubblico da warning.
In siffatte condizioni, che i militari chiamerebbero da assedio, la reazione è da lotta e di attacco, per questo i suoi nuovi paladini stanno affilando le armi: Feltri la carta e Ghedini i codici. Innegabilmente il nuovo linguaggio mostra qualche cambiamento di rotta nell’universo Pdl; Sandro Bondi e Denis Verdini (foto), coordinatori insieme a La Russa del Pdl, saranno, con molta probabilità, esautorati dall’incarico. In ascesa le quotazioni dei vari Alfano, Capezzone e Scajola mentre lo stesso Tremonti, l’uomo che tiene il portafoglio della spesa, e nelle sue aspettative futuro premier, sembra essere vittima degli stessi intrighi che ordisce.
Las but not last una considerazione sull’importanza di una buona considerazione. Alcuni studi scientifici quantificano una perdita dell’export del 17% in presenza di un calo di considerazione internazionale del 10%. Siamo ancora certi che taluni comportamenti non recano un effettivo danno al nostro paese?
Massimo Bencivenga
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