Un mio conoscente (ed è una storia vera) mi chiese, candido, per quale motivo in tv sotto la figura di Ferruccio Fazio comparisse la scritta “Viceministro”. La domanda era: “Ma chi è il ministro?”. Sacconi. Ma Sacconi non è ministro del lavoro, quello impegnato a salvare l’Alitalia? Si, ma è anche, nel suo -come vogliamo chiamarlo? Tricastero?- si occupa di Lavoro, Sanità e Politiche Sociali, ministro della sanità. Perché un simile accorpamento? La ragione mediatica data dal governo fu che bisognava risparmiare sui ministeri, la congiuntura era quella che era, il Governo Prodi II aveva esagerato con i ministeri, il solito modo di fare statalista ed assistenzialista dei comunisti, post e attuali, e via così, bla bla…Bene, vivaddio, finalmente un po’ di austerity. Il governo “originale” del Premier Silvio Berlusconi comprendeva ben 4 donne: la siciliana Stefania Prestigiacomo all’ambiente, Mara Carfagna alle pari opportunità (per chi?), Mariastella Gelmini all’istruzione, Giorgia Meloni alla gioventù.
Giorgia Meloni è il contentino ad AN per essere confluita, ed essersi fatti gabbare, dal Premier. Gianfranco Fini l’ha capito, ma tardi. E in tutto questo i giovani di FI e AN si sopportano tra loro come il fumo negli occhi, a voler essere gentili. Per un contentino da un lato c’era una furia dall’altro. La furia aveva i capelli fulvi e le autoreggenti da pick up (rimorchio) della Michela Vittoria Brambilla. Dopo essersi tanto spesa sui salottini di Ballarò in difese accorate del capo del partito rimaneva con un pugno di mosche, sorpassata dalle “novizie” Mariastella Gelmini e Mara Carfagna. La punzecchiavano continuamente su questo fatto, e su come si sentisse ad essere politicamente silurata, per non dire trombata. Michela Brambilla rispondeva educata, ma dentro fremeva. Un saggio disse: “L’inferno non conosce la furia di una donna respinta”. Sia come sia la Brambilla cominciò a tempestare di richieste il Premier. Il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al turismo le andava stretto. Dopotutto il suo predecessore, il bello di Cinecittà, Ciccio Bello Rutelli era un ministro. Vice-premier per giunta. Dai e dai anche una goccia d’acqua scava la roccia. Dai e dai, forse per togliersela di torno, nel Maggio scorso il Premier Silvio Berlusconi la promosse ministro. Sempre al turismo. Giustizia è fatta. Il premier ha da tempo promesso anche a Fazio (e alla sanità, e che capperi!) la dignità di ministro, ma niente. Sinora. Ma che sta facendo da ministro la Brambilla? Da un punto per così dire qualitativo si è resa partecipe di disastrose spedizioni italiane, nate con l’idea di promuovere il paese, nel mondo; particolarmente ridicola fu la spedizione a Dubai. Dove però ritornerà nel prossimo febbraio. Da un punto di vista quantitativo ha recentemente nominato, di concerto con Matteo Marzotto, il figlio della Marta, Paolo Rubini nuovo general manager dell’Enit (l’ente nazionale per il turismo). Un posto da circa 200mila euro l’anno!! Ma chi questo Paolo Rubini? Nel comunicato della Michela nazionale si legge “visto il curriculum del dottor Paolo Rubini ed accertato che il dottor Rubini è in possesso di comprovati e adeguati requisiti tecnico-professionali in relazione ai compiti istituzionali dell'Enit...” . Una rapida ricerca pone però in evidenza che il braccio destro di Matteo Marzotto non sembra essere molto avvezzo al turismo, se non come fruitore dello stesso. Docente di economia aziendale e responsabile della “banca dati” dei Circoli della libertà, ex responsabile dell’audit interno dell'Isvap, è vicepresidente, ma magari avrà anche royalties e stock options, della StemWay Biotech, specializzata nel congelamento di cordoni ombelicali. Insomma, cellule staminali. Le cellule staminali contro le quali tanti strali si sono levati dalle zone di Forza Italia -ma non solo vero, Binetti Paola dall’Opus Dei?- imbeccati nel 2005 dal potente Camillo Cardinale di Santa Sede Ruini. Chi creato i Circoli della Libertà? Michela Vittoria Brambilla da Calolziocorte. Capito adesso quale era il curriculum? Ma torniamo al governo. C’è un Ministero per i Rapporti con il Parlamento (Elio Vito); c’è un ministero per i Rapporti con le Regioni (Raffaele Fitto, pugliese, e non pensate a chissà che rapporti); c’è un Ministero per le Riforme del Federalismo (creato ad hoc per il senatur); c’è un Dipartimento per l’attuazione del Programma di Governo (Rotondi è sempre hot, la scuola democristiana non tradisce); c’è un Ministero per La Semplificazioni Normativa (quale che sia il suo ruolo è stato assegnato a Calderoli). C’è tutto ciò, ma non c’è il Ministero della Sanità. Ferruccio Fazio non sarà il miglior ministro della sanità del mondo, ma vedere la Brambilla fregiarsi del titolo e lui, e chissà quanti come lui, costretti giocoforza a mangiar polvere fa specie. E, anche per una questione di burocrazia, un ministero a parte per la Sanità renderebbe più snelle ed agili chissà quante procedure della tanto vituperata sanità nazionale. Pensaci Berlusconi. Pensaci.
Massimo Bencivenga |