Verranno in tanti, anche dall’estero, sono attesi inviati di “Le Monde”, “Liberation” e “Daily Telegraph”, ad assistere al duello rusticano per la presidenza della regione Sardegna, tra sua emittenza Silvio Berlusconi e il defenestrato ex governatore, mister tiscali Renato Soru. Due imprenditori, a loro modo due visionari negli affari che sono poi scesi nella palude della politica. A volerla dire tutta in realtà il premier Silvio Berlusconi non è candidato alla presidenza della Sardegna, il candidato del Pdl è tal Ugo Cappellacci. Ugo Cappellacci è coordinatore regionale e figlio del commercialista che amministra le ville sarde dell’uomo di Arcore. Ma quando il premier scende in campo è solito oscurare tutti; Cappellacci è già stato ribattezzato Cappellacci-dì-qualcosa-anche-tu e gira voce, non che non possa essere del tutto veritiera, che lo staff del premier abbia letteralmente strappato il discorso inaugurale della campagna elettorale preparato da Cappellacci per poi riscriverlo parola per parola. Circola con una certa insistenza anche la voce di un pentimento tardivo nella scelta di Capellacci. Scelta che avrebbe potuto premiare anche una tra Simona De Francisci, giornalista di Videolina; Claudia Lombardo, coordinatrice azzurra; Rosanna Floris, figlia dell’Emilio sindaco di Cagliari. Ma tant’è, adesso c’è lui e con lui si va avanti. La campagna elettorale del Pdl è sempre la solita: il motore azzurro, le promesse mirabolanti e i sorrisi. Soru è alla guida di una formazione identica al vecchio ulivo prodiano con la sola eccezione dei socialisti. Ecco uno dei motivi d’interesse per le elezioni. La tenuta, finita la luna di miele con l’elettorato, del Pdl e una nuova verifica sperimentale, almeno a livello locale, di una coalizione Pd con la sinistra estrema. Tenuta tutt’altro che stagna o garantita viste le tante correnti e i tanti capibastone all’interno del Pd stesso. Tensioni che Soru, diversamente da Prodi, diplomatico fino allo sfinimento, non risolve. Anzi. Molti notabili del Pd erano dell’idea “meglio sconfitti che vincere con Soru. Mister Tiscali passa per un antipatico, un vendicativo, un accentratore ed un decisionista. E sta conducendo una campagna elettorale all’antica. Gira paese per paese, incontrando gente, discutendo, litigando, cercando di far valere le sue ragioni, anche a costo di scontentare le persone. Si narra che a Sant’Antioco ha affrontato a muso duro dei pescatori, Soru ha vietato le ferrettate, spiegando che non si vive solo di ferrettate e pesca ma anche di assegni di studio e di ospedali efficienti. Alla fine è stato un trionfo. Così è andata anche a San Giovanni Suergiu, a Flumini maggiore ed in altre cittadine. Una campagna mediatica tutta sorrisi e speranze, quella di Cappellacci; una all’antica, picaresca e on the road, a bere birra e a spiegare le sue ragioni ai pastori per il Renato sardo. In gioco, a vedere l’esposizione di Berlusconi, ben più che la presidenza della regione.
|