LA NOTIZIA. Dopo la sconfitta in Sardegna, Veltroni si dimette, e non poteva fare altrimenti. Nel PD già si litiga per decidere se andare subito al congresso o nominare un "traghettatore" fino a ottobre. Veltroni nel discorso di commiato cancella la seguente frase: "Se non mi fossi dimesso una parte del partito avrebbe remato contro per farci perdere", per evitare un vero e proprio tracollo per il suo partito.
COMPORTAMENTO DI ALTRI TEMPI. In Italia, una volta, quando si perdevano le elezioni ci si dimetteva. Questa usanza persa con la 2° Repubblica da onore a Veltroni. Il suo discorso di commiato ha dato un messaggio chiaro e forte: "è necessario un partito che abbandoni una certa sinistra giustizialista, salottiera e conservatrice" .
CHI LO HA FATTO FUORI? Molto indicativo sapere chi c'era e chi non c'era. Anzi è soprattutto interessante sapere chi non c'era. Non c'erano Francesco Rutelli e Massimo D'alema. Il primo il leader della Margherita, il centro del gruppo del PD, e il secondo è l'uomo politico più potente di sinistra, sia a livello di voti che di spessore politico. Quindi, Veltroni era destinato a fallire!
Un consiglio per il prossimo leader del PD se resterà unito:
"Se non ti fai amico chi comanda davvero sei destinato a fallire" |