Fu Duarte Pacheco Pereira a scoprire le coste del Brasile?
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Fu Duarte Pacheco Pereira a scoprire le coste del Brasile?

Perché tanti misteri sulla scoperta del Brasile?

Tra grosso modo un annetto ci saranno le Olimpiadi di Rio 2016. Il Brasile è riuscito, unico caso sinora, ad accaparrarsi nel giro di due anni due competizioni sportive importanti come gli appena trascorsi Mondiali di Calcio e le prossime Olimpiadi.

E’ un paese in crescita, certo, non per niente fa parte dei BRIC, ma anche mettendola così l’assegnazione a stretto giro di due eventi del genere rimane una primizia che potrebbe a tutti gli effetti rimanere una anomalia.

Ma chi scoprì questa terra meravigliosa? Bene, basta googlare un po’ e la risposta arriva. Il Brasile fu scoperto nell’Aprile del 1500 da Pedro Álvares Cabral. Ma nel suo caso si tratta di qualcosa di molto simile a quanto accade con l’uomo che conosciamo come Colombo.

Colombo non fu il primo ad arrivare da quelle parti, anche se ufficialmente è lui lo Scopritore, e ci sono buone probabilità che qualcuno, diversi anni prima di Cabral, abbia calpestato le spiagge dell’odierno Brasile.
Cabral, giusto per dire, si ritiene sia approdato da qualche parte nell’odierno stato di Bahia.

Ma se non è stato Cabral, allora chi? Per alcuni il primo a mettere piede in Brasile fu Vicente Yánez Pinzón, comandante della Nina, una delle caravelle di Colombo.
Ma alcuni indizi portano a qualcun altro, e ben prima della data del 1499 attribuita a Vicente Yánez Pinzón.

Alcuni indizi portano al grande ammiraglio Duarte Pacheco Pereira. Quando con un amico mi ritrovai a pensare al perché di un nuovo giornale online, tra le argomentazioni portai anche il fatto che il mondo dovesse essere messo al corrente di quale gigante fosse Duarte Pacheco Pereira.

Ammiraglio, militare, persona di grande spessore culturale, si dice sia stato il primo a calcolare esattamente il grado terrestre, bravissimo a calcolare la longitudine, Pacheco Pereira è al contempo il più colto e il meno noto tra i grandi navigatori, portoghesi e non, dell’epopea delle Scoperte.

Bene, Duarte Pacheco Pereira ha lasciato anche delle opere scritte; ve l’ho già detto o no che era un ingegno notevole in un tempo nel quale ce n’erano ed eccome di ingegni?

Pacheco Pereira scrisse un testo tra i più enigmatici dell’epoca: Esmeraldo de Situ Orbis. Nell’opera si legge che Don Manuel, il re del Portogallo a partire dal 1495, gli ordinò, nel 1498, di “scoprire la parte occidentale, passando oltre la grandezza del Mare Oceano, dove è stata trovata una grande terra ferma”. Ma le terre a Ovest erano già state scoperte da Colombo. A quali terre di riferiva il monarca?

Non pochi storici spagnoli, portoghesi e britannici ritengono Duarte Pacheco Pereira come l’uomo che approdò in silenzio sulle coste dell’odierno Brasile, e che, non pago, ne tracciò una mappa precisa delle coste (ovviamente era anche un eccellente cartografo) e, forse forse, risalì anche il Rio delle Amazzoni.

Il Planisfero di Cantino, che ha una storia tutta sua e che sarebbe divertente raccontare, è considerato "la mappa più importante della storia della cartografia portoghese, e anche del mondo”. Contrabbandato da una spia italiana del Duca D’este di Ferrar, la mappa era in possesso del Re del Portogallo. Il punto è che era troppo precisa per essere stata redatta in pochi mesi dalla scoperta di Cabral.

Quindi o è più antica (magari realizzata da Duarte Pacheco Pereira) oppure copiata da qualcuna ancora più antica. Proveniente da dove?

Già, ma a questo punto, qualcuno, lecitamente, può chiedersi il perché di tanta segretezza e tanti sotterfugi. La risposta è semplice: Trattato di Tordedillas.

Tenete in mente questo nome e facciamo un passo indietro ancora. Il 4 Settembre del 1479 Alfonso V di Portogallo e i reali Castigliani Ferdinando e Isabella firmarono il Trattato di Alcáçovas. In tale trattato, Alfonso V rinunciava a ogni pretesa sul trono di Castiglia in cambio del dominio sulle terre a ovest di un dato punto dell’Atlantico. I reali spagnoli accettarono. Anche perché a Ovest di quel punto non c’erano terre. O perlomeno non erano conosciute.
Nel contesto geopolitico del tempo, il Trattato di Alcáçovas divideva il mondo in sfere di influenze castigliane e portoghesi, non considerando gli altri regni e popolazioni. Va detto che la Spagna era ben più potente militarmente e ricca, ma il Portogallo aveva, dalla sua, le conoscenze marinare. Oro contro informazioni, insomma.

La scoperta di Colombo, e quando si realizzò che quelle erano altre terre e non il Cipango, rimise in discussione il Trattato di Alcáçovas. Gli spagnoli, forte anche del fatto che adesso erano appoggiati da un Papa spagnolo, il famigerato Rodrigo Borgia, impugnarono il trattato e ottennero il contrario.

Nel maggio 1493, Papa Alessandro VI, il Borgia, decretò nella bolla Inter Caetera che tutte le terre a ovest di un meridiano a sole 100 leghe dalle Isole di Capo Verde sarebbero appartenute al regno di Castiglia, quelle ad est al Portogallo. Giovanni II ovviamente si risentì, ma prese tempo, perché non voleva una nuova guerra con i castigliani.

L’oro di Spagna a questo punto sembrava torreggiare sulle conoscenze portoghesi.

Gli spagnoli non sapevano però che già da un po’ i navigatori, gli ammiragli e i funzionari portoghesi, imbeccati e su ordine di Giovanni II, il Principe Perfetto, avevano dato il là alla Politica del Sigillo. Una politica tesa a tenere per sé tutte le informazioni, in ambito marittimo ma non solo, che potessero regalare al Portogallo un qualche vantaggio strategico.

Ora, andiamo a fantasticare.

È un fatto che Colombo, che conosceva personalmente Giovanni II, nel tornare dal primo viaggio dopo la Scoperta passò prima per il Portogallo e poi in Castiglia. Bene, immaginiamo che avesse edotto Giovanni II sulle terre scoperte e che il monarca avesse poi, nel 1493 e non nel 1498, mandato qualcuno (Duarte Pacheco Pereira?) a scoprire quelle terre, come di legge nell’opera Esmeraldo de Situ Orbis. L’ammiraglio o chi per lui sarebbe quindi rientrato con mappe e informazioni oscure ai castigliani.

 A questo punto la Politica del Sigillo incontrò il Trattato di Tordesillas.

Giovanni II riuscì a infinocchiare il Papa e i reali di Castiglia facendo credere che la nuova linea andasse a svantaggio dei castigliani. I quali non trovarono nulla da ridire nel posizionare un po’ più a Ovest la linea stabilita. Le 100 leghe a Ovest di Capo Verde diventarono 370. Per i castigliani nulla cambiava, dal momento che le terre scoperte da Colombo si trovavano molto più in là. Ma la nuova linea andava a intersecare le coste del Brasile, dando diritto e rivendicazione su quelle terre anche ai portoghesi.

Come vedete, alla fine su l’informazione, e la Politica del Sigillo, a fare la differenza sul potere e sull’oro. Ed è per questo motivo, per la segretezza, che Cabral si trova a essere scopritore di qualcosa al posto di qualcun altro.
Chi? Duarte Pacheco Pereira?
Può essere.

In merito alle trattative per il Trattato di Tordesillas, Pacheco Pereira afferma, sempre nella sua opera, che: “Il giudizio del re e l sua intelligenza sono rimasti insuperati nel nostro tempo”.

 

Massimo Bencivenga 

 
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