I misteri dell'aeroporto di Denver, i suoi murales e il suo inquietante cavallo
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I misteri dell'aeroporto di Denver, i suoi murales e il suo inquietante cavallo

Guardai e vidi un cavallo pallido; e colui che lo cavalcava si chiamava Morte; e gli veniva dietro l’Ades

 

Da un po’ di tempo non mi occupavo di “misteri”.
Torno a farlo dopo una brevissima discussione con un amico, e cercherò di riportare, in modo assolutamente inesaustivo, alcune stranezze e misteri che si “anniderebbero” nell’aeroporto di Denver, negli Stati Uniti. Più precisamente nel Colorado.

E già qui, al solo sentire il nome Colorado qualcuno potrebbe già cominciare a pensare a “cose esoteriche”, quando non apertamente sataniche o aliene.
E’ un aeroporto molto moderno.
E molto inquietante.

Il nuovo aeroporto di Denver venne costruito nel 1995. E già qui almeno due cose vanno dette: la collocazione non è delle migliori, dal momento che la zona è spazzata da venti molto forti, causa di non pochi voli annullati; e poi le dimensioni.

L’aeroporto internazionale di Denver, con i suoi 137 chilometri quadrati di superficie, è il terzo al mondo, nonostante Denver sia la 25esima città degli Stati Uniti.
Strano vero? Un po’ come se – chessò? – Ravenna o Cagliari avessero il più grande hub d’Italia; né la posizione, tutt’altro che centrale, sembrerebbe giustificare una simile scelta.
Per qual motivo Denver deve avere un aeroporto più grande di quello di New York o Washington?

 

La terra di riporto spostata per la sua costruzione è stata una vera enormità: 110 milioni di m³ di terra. Subito corse voce che al di sotto dell’aeroporto era stata scavata un’immensa voragine destinata ad accogliere una base militare segreta. Il progetto fu lottizzato e nessuna delle imprese aveva ben in mente il progetto generale. Ma andiamo avanti.
Per rendere operativo l’aeroporto, furono utilizzati 5.300 miglia di fibre ottiche. Tante poche? Facciamo un esempio: la distanze fra la due coste degli Usa è di circa 3.000 miglia! E poi l’aeroporto di Denver dispone di una rete sotterranea di metropolitane e tunnel enormi mai usati.
Ciò darebbe un senso alla grande quantità di terra da riporto, ma perché sono inutilizzati?
E per quale motivo dovrebbero essere utilizzati, i tunnel e la metro, in seguito?

Una visione dall’alto, o uno sguardo alla pianta, che adesso è visibile, c’informa che la stessa pianta ha una forma particolare, in quanto ha come schema di base una croce uncinata, o svastica.
Un simbolo nazista? Direi di no!
Magari è la forma migliore per razionalizzare i movimenti degli aerei, anche se mi sa che non c’è stata affatto molta razionalità nel concepire l’aeroporto di Denver.

L’aeroporto sembra essere una vera e propria cattedrale esoterica.

All’ingresso principale una pietra di marmo commemorativa reca il simbolo massonico della squadra e del compasso.

Sulla stessa pietra di marmo si legge bene il nome Martin Marietta, company attiva nell’armamento che adesso, dopo una fusione, tutti conoscono come Lockheed Martin.

All’interno dell’aeroporto di Denver sono altresì ben visibili strane parole e simboli incassati nel pavimento, fra cui una pietra angolare massonica al di sotto della quale è stata sepolta una capsula del tempo, che verrà dissotterrata nel 2094.

Perché è lì e perché proprio nel 2094? Mistero.

E poi ci sono i murales. Nelle sale interne dell’aeroporto ci sono dei murales che hanno, nel loro complesso, un nome molto evocativo: The Children of the World Dream of Peace, e sono opera di Leo Tanguma. Secondo i propositi dell'artista, i murales dovrebbero rappresentare un messaggio di pace e speranza per tutti i bambini del mondo.

In realtà si tratta di dipinti a dir poco inquietanti. Ma veramente.

Nel primo murales si vede lo svolgimento di una strana cerimonia blasfema, con tanto di città in fiamme sullo sfondo e bambine morte in primo piano. Adagiate in tre bare vi sono tre figure femminili, una nativa americana, una bambina dai caratteri occidentali ed una donna di colore, circondate da sei bambini e diversi animali. Alle spalle del gruppo vi è una città in fiamme, e scene di desolazione e distruzione. La bambina bionda della bara porta cucita sul vestito una stella di David, e tiene tra le mani una Bibbia cristiana. Si può notare che, alle spalle delle bare, una bambina regge una tavoletta. Su questa tavoletta è raffigurato il tramonto del quinto sole secondo gli insegnamenti dei Maya, il momento in cui tra sconvolgimenti planetari avverrà il passaggio di era, evento che i Maya avevano previsto per il 2012.
E il 2012, nella storia dell’aeroporto di Denver, ricorrerà ancora.

Il secondo murales raffigura un soldato crudele, senza lineamenti ben definiti, senza espressione, con fattezze mostruose e deformi, intento a uccidere una colomba bianca. Intorno al soldato ci sono macerie e cadaveri, si può vedere anche una donna che tiene tra le braccia un figlio morto e dei bambini che riposano su delle macerie 

Nella terza parte del murales lo scenario è ben diverso. Adesso il soldato è morto, ed è circondato da bambini di tutto il mondo, in festa e intenti a distruggere le armi di tutto il mondo. C’è la scritta Pace in varie lingue, e c’è un bambino dai tratti ariani che sembra addetto alla distruzione delle armi. Sembra lui il leader.
Ma questo bimbo dai tratti ariani ha un’altra particolarità: nella mano destra impugna un martello per distruggere le armi, e si qui niente di strano; solo che indossa un curioso ancorchè inquietante pugno di ferro.
O è un guanto di ferro?
  

Nell’ultimo murales, i bambini accorrono circondati da numerosi animali al cospetto di un guru-santone, che celebra un rito sacro a simboleggiare l’inizio di una nuova era di spiritualità.

Qualche interpretazione? Forse questi murales starebbero a rappresentare la distruzione portata dalle guerre e la speranza di un mondo migliore che si rispecchia nella innocenza dei bambini, nel disarmo e in una nuova spiritualità. Ma è un disarmo che passa per il superamento degli Stati Sovrani?
Verso cosa?
Verso il tanto strombazzato Nuovo Ordine Mondiale?
O verso una età New Age ben preconizzata nel quarto murales?

E arriviamo al celebre, forse dovrei dire famigerato Cavallo dell’aeroporto di Denver.
Si chiama Blue Horse, anche se in tanti ormai lo chiamano Cavallo Pallido, perché evoca l’animale cavalcato dal quarto cavaliere, quello della morte, così come descritto nella Rivelazione di San Giovanni.
Sta lì, quasi a guardia dell’aeroporto.
E’ inquietante.
Senza troppi giri di parole.

Non per niente, girano voci secondo le quali i bambini in transito per l’aeroporto di Denver, spesso e volentieri, domandino ai propri genitori se si tratti o meno del cavallo di Satana.

E con una storia personale che gronda sangue. Il suo progettista, lo scultore messicano Louis Himenez, è morto durante la costruzione del Blue Horse; correva il 2006, e la testa della statua, dopo essersi staccata improvvisamente, spappolò il povero Himenez. Himenez che si era proprio ispirati ai versi dell’Apocalisse di san Giovanni per il suo cavallo. Verrebbe da chiedersi il perché? Ci sarebbe materiale eccome per Dan Brown e i suoi fratellini.

Torniamo al cavallo. E’ una realizzazione, in fibra di vetro di colore blu cobalto, alta dodici metri, raffigurante uno stallone scheletrico e dalle fattezze demoniache. Cavallo Pallido, svetta imperioso davanti all'aeroporto e di notte, con gli occhi rossi al neon fa ancora più impressione e paura.

Il cavallo non piace affatto, e da quando nel 2007 l’opera è stata posizionata all’esterno dell’aeroporto, migliaia di cittadini hanno partecipato ad una raccolta firme per chiedere lo spostamento del Mustang in altro luogo, ma i responsabili del comune di Denver hanno risposto che la statua non potrà essere rimossa prima del 2013, non dando ulteriori spiegazioni.

Perché il 2013?

Perché non prima della fine del 2012?
C’entra qualcosa l’immagine del primo murales, quello dove c’è la bambina con la tavoletta dei Maya?

Poi ci sono, sempre nell’aeroporto, gli immancabili Gargoyle.

E una statua di Anubi, il Dio egizio dei morti.

Anche qui c’è una spiegazione: in occasione di una mostra egizia inaugurata nella città di Denver, le autorità locali hanno pensato bene di erigere una statua del Dio dei morti Anubi davanti all'aeroporto. L'inquietante scultura, alta otto metri, dà un macabro benvenuto a tutti coloro che transitano da quelle parti.

E chi si è occupato un po’ di massoneria sa quanta parte ha l’Egitto nella “dottrina”.

E’ davvero tutto casuale?

O L’aeroporto di Denver è davvero una cattedrale esoterica?

Massimo Bencivenga 

 

 
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