Hawaii, Maggio 1977. Due registi, chiamiamoli George e Steven, pigramente e languidamente, stanno discorrendo delle loro creazioni. Il primo è preoccupato per l’uscita del suo prossimo film, in realtà teme un flop, mentre il secondo ha sbancato i botteghini raccontando di un grosso e aggressivo pesce e di incontri alieni. Tuttavia è insoddisfatto perché vorrebbe dirigere un film alla James Bond. George gli dice che lui ha mente la storia di un archeologo che è anche un avventuriero, che è anche un nemico dei nazisti, che è anche… In quel pomeriggio assolato stava prendendo forma la figura di Henry Jones Junior. Il mondo del cinema lo conoscerà come Indiana Jones.
I due amici nella creazione del personaggio e delle avventure saccheggiarono a piene mani dai vari fumetti che entrambi amavano, quelli d’avventura della serie per un pelo e per miracolo, e quelli più leggeri.
Un esempio su tutti: l’enorme masso che rotola verso Indiana è uno spunto preso pari pari dalla storia “Paperino e le sette città di Cibola”.
Il film sbancò i botteghini, e anche quello per cui stava in pena George, Guerre Stellari, fu un successo.
Nel primo episodio c’è una scena che all’epoca lasciò sconcertati. Alla fine di un inseguimento, in un mercato arabo, Indiana si trovò di fronte un avversario armato di scimitarra. Il copione originale prevedeva un duello scimitarra contro frusta, l’arma preferita di Indiana.
Caso volle però che quel giorno Harrison Ford, l’attore che impersonava Indiana, quel giorno fosse vittima di una brutta dissenteria e la scenografia completa richiedeva un giorno. Non è ben chiaro se per motivi di budget, di tempo o altro ma la scena venne modificata.
In quella che tutti conoscono Indiana estrae, anche un po’ scocciato, la sua revolver e fa fuori il suo antagonista. Per gli spettatori fu uno shock che diventò ironia, l’eroe che, una tantum, si comporta da mascalzone approfittando del vantaggio di un asimmetrico duello.
Negli anni ’30 del novecento fare l’archeologo era un mestiere pericoloso perché spesso e volentieri si entrava in rotta di collisione con i nazisti.
In realtà la corte che circondava Hitler, su tutti Rudolph Hess, e il Führer stesso erano appassionati di vestigia archeologiche ed esoteriche.
Il nome Indiana non è un omaggio allo Stato dell' Indiana. E’ qualcosa di più tenero.
E’ il ricordo di amico fedele di George Lucas, un cagnolino della sua infanzia che si chiamava Indiana.
Massimo bencivenga |