Internet, Google, Wikipedia. Una troika che abbiamo imparato a usare e che, ormai lo sanno anche le pietre, è capace di fare autentici miracoli.
Stavo pensando ad un post sulle olimpiadi passate, sui grandi protagonisti, quando il ricordò andò ad un gigante russo che venne sconfitto a Sydney 2000 nella lotta greco-romana ma che, nondimeno, il telecronista disse che lo sconfitto, il russo, era una autentica leggenda.
Dopo qualche tentativo e meno di un minuto ecco che Wikipedia mi ha fornito nome cognome e anche una faccia. La leggenda si chiama Aleksandr Aleksandrovich Karelin, conosciuto in patria come L’orso russo, Alessandro il Grande e L’esperimento.
E’ universalmente riconosciuto come il più grande interprete della lotta greco-romana di sempre. Nel 2000, a Sydney, era lì lì per arrivare a Carl Lewis e Al Oerter. Bastava schienare Rulon Gardner, come aveva già fatto peraltro qualche anno prima, e l’orso russo sarebbe asceso nell’empireo dei campionissimi capaci si vincere 4 ori olimpici in edizioni diverse.
Impresa che (sono ammessi ogni tipo di scongiuri) potrebbe invece riuscire a Valentina Vezzali a Londra 2012. Aleksandr Karelin gareggiava nella categoria dei supermassimi.
Accanto alle vittorie alle Olimpadi di Seoul 1988, di Barcellona 1992, di Atlanta 1996 e l’argento a Sydney 2000, Karelin seppe inanellare qualcosa come 9 campionati mondiali e 12 europei, restando imbattuto in gare ufficiali per ben 13 anni dal 1987 a 2000.
Ricordiamo che un certo Edwin Moses, il famoso ostacolista, lettore del Giuramento dell'atleta a Los Angeles 1984, rimase imbattuto nei 400 hs per 10 anni, dal 1977 al 1987. Cose difficili da immaginare adesso, nevvero?
Ad ogni buon conto se oggi ho fatto un post sul tricampione olimpico della lotta greco-romana Aleksandr Aleksandrovich Karelin lo devo in parte alla mia memoria e molto alla troika Internet, Google, Wikipedia.
La nuova Biblioteca di Alessandria.
Massimo Bencivenga
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