Le Olimpiadi di Seul del 1988 hanno, ancora oggi, un fascino particolare: Lewis, Griffith-Joyner, Aouita, Louganis, Artemov, Otto, Biondi, Gross, David Robinson e tanti, tanti altri... |
In qualche precedente post abbiamo già parlato delle Olimpiadi di Seul 1988. Le Olimpiadi di Ben Johnson e Florence Griffith-Joyner, le Olimpiadi di Matt Biondi e di Kristin Otto, le Olimpiadi di Greg Louganis nei tuffi (rischiò anche la vita battendo la testa) e del ginnasta Vladimir Artemov. E l’Italia? Come si comportò l’Italia alle Olimpiadi di Seul. Le cose andarono maluccio, solo 6 ori olimpici, meno della metà rispetto ai 14 allori di Los Angeles ma lì, come abbiamo già detto, non c’era il blocco comunista, eccezion fatta per la Romania. C’è da dire che un terzo delle medaglie furono vinte per effetto della famiglia Abbagnale. Carmine e Giuseppe, con il mitico timoniere Peppiniello Di Capua, s’imposero nel due con; Agostino Abbagnale, il fratello minore, fu invece oro nel quattro di coppia con Pietro Poli, Gianluca Farina e Davide Tizzano.
Per il resto venne a mancare anche la scherma, laddove s’impose solo Stefano Cerioli che, vado a memoria, fu il primo oro italiano a Seul nel fioretto. Un argento lo presero a squadre le donne del fioretto ed un bronzo a squadre gli uomini della sciabola. Protagonista di quelle Olimpiadi fu anche il pentatleta Carlo Masullo, che portò a casa due argenti, uno individuale e uno a squadre con Daniele Masala e Gianluca Tiberti. E come dimenticare Pollicino Vincenzo Maenza, che nella lotta greco-romana, nella categoria dei 48 kg, bissò l’oro già preso a Los Angeles. Ed è altresì impossibile da dimenticare l’oro nella boxe di Giovanni flash Parisi, nei pesi piuma. Per la verità le speranze azzurre erano più per Vincenzo Nardiello e Giorgio Campanella, ma soprattutto Nardiello fu penalizzato da giudici “casalinghi”. Parisi vinse spedendo al tappeto alla prima ripresa il rumeno Daniel Dumitrescu. Le Olimpiadi di Seul saranno ricordate anche per la prima medaglia nel nuoto maschile, conquistata da uno strepitoso 18enne di nome Stefano Battistelli. Stefano Battistelli è stato un nuotatore eccezionale, pensate che a soli 16 anni arrivò secondo nei 1500 metri, mettendosi dietro anche il drago della specialità, il sovietico Valdimir Salnikov. La medaglia di Seul fu conquistata nei 400 m misti, Battistelli conquisto un bronzo nella gara dominata dal magiaro Tamas Darny, all’epoca un califfo della specialità, anche se non mi stancherò mai di ripetere che in quegli anni non pochi atleti dell’est facevano un largo uso di doping. Quattro anni dopo, a Barcellona 1992, Battistelli, nuotatore poliedrico, conquistò un altro bronzo nei 200 m dorso. In quella occasione fece l’ultima vasca a tutta e risalì dal sesto al terzo posto nella gara vinta da Martin Lopez-Zubero.
Last but not least, passiamo alla regina delle Olimpiadi: l’atletica leggera. A Seul cominciò il declino, dopo i fasti di Los Angeles (Alberto Cova, Alessandro Andrei, Gabriella Dorio, sara Simeoni, Maurizio Damilano e Giovanni Evangelisti) ci dobbiamo “accontentare” dell’argento di Salvatore Antibo nei 10000 m, un tempo il nostro regno. Il siciliano arrivò secondo dietro il marocchino Brahim Boutayeb.
Ma il dolce arrivò all’ultima giornata, nell’ultima gara, con un vicentino di nome Gelindo Bordin, che fece un capolavoro tattico ed alla fine riuscì a spuntarla sul keniano o keniota Douglas Wakiihuri Maina e su Ahmed Salah del Gibuti. E quella, per fortuna, non fu l’ultima volta che un italiano ha vinto una maratona alle Olimpiadi.
Ma questa, of course, è un’altra storia.
Massimo Bencivenga
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