Mentre alle Olimpiadi del 1968 i velocisti alzavano il pugno nero del black power, un ragazzino andò nel suo giardino a misurare l’incredibile misura di 8,90 metri.
Il salto dell’angelo, il salto di Bob Beamon.
Sognò quel salto e decise che si sarebbe ritirato dell’atletica dopo aver saltato oltre quella misura e dopo aver segnato 9’75” sui 100 metri.
Sogni e giuramenti comuni a troppi bambini, a tanti adolescenti.
Ma quel bambino di 7 anni credeva nei sogni, e i suoi sogni cominciarono ad avverarsi.
Quel ragazzino si chiamava Frederick Carlton "Carl" Lewis, ma il mondo intero avrebbe imparato a chiamarlo “il figlio del vento”.
Si rivelò al mondo 16 anni dopo uguagliando con 4 ori (100, 200, lungo e 4x100) l’impresa di Jesse Owens, solo che non c’era nessun Hitler a rovinare la festa. Alla fine della carriera saranno le medaglie d’oro olimpiche arriveranno a quota 9, più un argento. Ha preso parte a 5 emozionanti finali di 100 metri, vincendone sul campo o a tavolino 5; il poker di ori nel salto in lungo è un’impresa rara anche in altri sport. Vinse la più veloce finale di sempre, quella dei mondiali ’91, con il suo personale di 9’86”, in realtà ha un ventoso 9’78”, in una finale dove molti corsero oltre i propri limiti..
Ma gli dei erano in agguato e gli tesero il più sinistro dei tiri. Dal 1981 Carl non perdeva una gara di lungo…
gli dei dell’atletica misero le ali ai piedi di Powell che si allungò a 8,95 !!
Ergo, Carl perse l’unica gara da anni proprio nella gara dove fu superato il limite che si era preposto…
Carl in quella gara saltò 8,91 !! (ventoso)
Gli dei a volte sanno essere veramente dispettosi…
Un colpo del genere avrebbe steso un toro, ma Carl reagì entrando nella storia con altri due aurei salti olimpici…
Massimo Bencivenga |