Quelle nella Corea del Sud sono passate alla storia delle Olimpiadi e dello sport per la coda di polemiche e di dubbi che hanno lasciato. L’atletica fu monopolizzata da due casi: Ben Johnson e Florence Griffith-Joyner. Del primo si sa quasi tutto, dei suoi tempi stratosferici ma gonfiati dal doping, delle sue sfide con “il figlio del vento” Carl Lewis, della pena, del ritorno e di come fosse, senza l’aiuto di additivi, un atleta “normale”. Riguardo alla seconda ebbi subito dei dubbi…
Ma chi era Florence Griffith-Joyner? O meglio chi era stata prima dell’estate 1988? Florence Griffith-Joyner era una buona velocista statunitense, correva i 100 e 200, e aveva al suo attivo, a 29 anni, due argenti: alle Olimpiadi di Los Angeles e ai Mondiali di Roma. Nell’estate del 1988 qualche divinità la scelse e le regalò la falcata perfetta, una falcata capace di farle stracciare il record dei 100 ai trials americani migliorando il 10”73 con un fantascientifico 10”49…
Quasi un quarto di secondo in una disciplina che migliora per centesimi !!
Prestazioni ripetute alle Olimpiadi con 10”62 e 10”54… e tre metri buoni alla seconda !
A Seul la bella e sensuale californiana si prende l’uggiola di aggiornare il libro dei record dei 200.
Stampò 21”45 in semifinale prima di suggellare e impreziosire con 21”34 l’alloro olimpico. il record precedente segnava 21"71.
Corse anche l’ultima frazione della 4x100, una frazione mai del tutto cronometrata, sarebbe interessante vedere il tempo, e la staffetta 4x400, quest’ultima le riserva “solo” un argento.
E poi? Semplice, la bella californiana abbandonò l’attività agonistica, dopo che aveva finalmente vinto qualcosa ed essere entrata nella storia.
E’ morta nel 1998 in seguito ad un attacco epilettico.
Dopo la sua morte sono sorte tutta una serie domande e interrogativi in merito a questa misteriosa, e tardiva esplosione, e all’altrettanto repentino, e sospetto, abbandono delle gare. E' morta, e se bisogna provare rispetto per la donna, sull’atleta i dubbi permangono e sono legittimi.
Non ci furono solo Ben e Florence, i sudcoreani ne combinarono di tutti i colori nelle decisioni relative alla boxe, tra quelli più danneggiati il nostro Nardiello e un pugile del talento e dello spessore di Roy Jones Junior.
Nel nuoto ci fu l’attacco di Matt Biondi ai sette ori di Mark Spitz, no man, impresa fallita; 5 ori, 1 argento e 1 bronzo sarà il bottino di Matt.
L’impresa quasi riuscì nel nuoto femminile a Kristin Otto della DDR; in questa spedizione gli italiani si dovettero accontentare soprattutto delle emozioni che ci regalarono la Maratona di Bordin e il canottaggio dei fratelli Abbagnale, e del timoniere Peppiniello Di Capua.
Ci fu però in seguito un altro caso singolare.
Nei tuffi s’impose Greg Louganis, già da tempo il miglior tuffatore del pianeta. Durante un tuffo battè la testa e il sangue sprizzò copioso, fu medicato e vinse. Piccolo problema: anni dopo ammise di essere omosessuale e di essere positivo al virus Hiv, anzi di esserlo e di esserne cosciente al momento dell’impatto e della medicazione a bordo piscina…
In seguito autorevoli esperti hanno detto che in realtà quel sangue in acqua non avrebbe infettato nessuno…
Chissà…
Massimo Bencivenga
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