Mosca 1980, la prima volta di Merlene Ottey, la più grande di tutti i tempi
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Mosca 1980, la prima volta di Merlene Ottey, la più grande di tutti i tempi

La prima volta fu a Mosca 1980, l'ultima medaglia a Sydney 2000, a 40 anni

 

Confesso di aver un debole per Merlene Ottey, e in molti mi potranno dire, anche a ragione, qualcosa del tipo: “Ma che cavolo stai dicendo?”.
A queste ragionevolissime rimostranze, io rispondo dicendo loro di dirmi quale velocista o, più in generale, quale atleta conoscono in grado di vincere delle medaglie olimpiche a distanza di 20 anni. O di fare una semifinale olimpica dei 100 m a 44 anni. Merlene Ottey, ha iniziato che dominava non so chi, ha visto e subito le ascese “sospette” di gente come Florence Griffith-Joyner e di Katrin Krabbe, è stata battuta per millesimi dalla cavalletta Gail Devers, forse pensò anche di pensionarsi quando esplose la nuova regina Marion Jones. Dove sono adesso Katrin Krabbe e Marion Jones? E Gail Devers?

Sulle prime, come peraltro per la defunta Griffith-Joyner pesano forti dubbi. E nonostante tutto, ancora oggi, è tra le dieci donne più veloci di sempre sia sui 100 che sui 200 metri.

 

Una vita da romanzo la sua, nata in Giamaica, sposatasi negli Usa, fidanzata per diverso tempo con l’italiano Stefano Tilli, ha finito poi per correre per la Slovenia.

Dopo il ritiro di Evelyn Ashford e di Florence Griffith-Joyner, Merlene Ottey sembrava destinata a dominare la velocità negli anni ’90. E invece prima la “sospetta” Katrin Krabbe, poi Gwen Torrence e due volte Gail Devers, per millesimi di secondo, l’hanno privata di allori che pure avrebbe meritato e che avrebbero dato ulteriore lustro alla sua comunque straordinaria carriera.

Una bella carriera, come era bella ed elegante lei, Merlene, che ricordo di aver visto per la prima volta a Roma 1987 dove prese due bronzi. Per molti una eterne seconda, per me, sino a prova contraria, un simbolo di sport pulito, un argine verso le dopate, uno sprone per quante ancora credono nella pulizia dello sport. Merlene era lì a dire, si può vincere anche senza additivi.

Vinse un bronzo nei 200 m a Mosca 1980 e un bronzo a Sydney nel 2000, va detto che questo bronzo le fu dato dopo la confessione di Marion Jones.

Ma a Sydney 2000, Merlene vinse anche un argento nella 4x100. Alla fine possiamo contare 9 medaglie olimpiche (3 argenti e 6 bronzi) e 14 ai mondiali all’aperto (3 ori, 4 argenti, 7 bronzi). Anche ai mondiali, argento al primo mondiale nel 1983 a Helsinki e bronzo nel 1997 ad Atene. E poi innumerevoli altre medaglie ai giochi panamericani, del Commonwealth e ai mondiali indoor. Ma, soprattutto, Merlene Ottey è rimasta pulita.

Massimo Bencivenga

 

 
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