Valle del "Medio Volturno"... un angolo di paradiso tutto da scoprire e da apprezzare... Volgendo le spalle alla famosissima Reggia di Caserta, ed incamminandosi verso l’altrettanto celebre sito borbonico di S.Leucio, ci si inoltra verso un territorio poco noto della provincia di Terra di Lavoro (balzata agli onori della cronaca in questo periodo per ben altre faccende): l’area conosciuta come valle del “Medio Volturno”.
Ovviamente è la presenza del fiume a caratterizzare un po’ tutta l’area, che si trova in una posizione felice, contornata dal massiccio del Matese, dal Taburno e dall’area del Monte Maggiore.
Percorrendo la statale che collega Caserta a Piedimonte Matese si ha la fortuna di penetrare in un paesaggio molto vario ed eterogeneo, caratterizzato ora da piccole piane che si estendono intorno alle rive del Volturno, ora da dolci colline punteggiate di vigorosi vigneti e secolari uliveti. Emergono qua e là antichi borghi di origine sannita e romana, sviluppatisi poi in epoca medioevale. Alcuni hanno ormai assunto forma di cittadine, altri invece hanno conservato i caratteri architettonici ed urbanistici originari.
Il paesaggio della valle del “Medio Volturno” muta continuamente, offrendo agli occhi di chi lo osserva sempre prospettive e scenografie differenti… ecco che dietro le colline appaiono improvvisamente campanili di tufo e torri fortificate o rovine di un passato perduto... L’avvicendarsi delle stagioni poi riveste ogni angolo di colori e odori differenti…il profumo di mosto per le strade, il rosso dei papaveri che invade il grano nei campi, l’impalbabile nebbia che lenta si alza dal fiume e offusca ogni cosa, i ciclamini che spuntano nei boschi già regno di funghi e castagne d’autunno... E poi i vicoli di pietra che tessono la trama sconosciuta dei borghi…le campane che segnano il tempo immobile di certi giorni di festa che qui ancora si celebrano...
Castel di Sasso, Pontelatone, Formicola, Piana di Monte Verna, Caiazzo, Ruviano, Alvignanello, Castel Campagnano, Squille, Alvignano, Dragoni, Alife….. fondono in questo vasto acquerello i loro territori che sono legati dal filo invisibile della storia, dall’idioma delle loro genti, dal gorgogliare lento e placido del fiume...
Raffaella Cusano |