Alcuni autori e studiosi non concordano sul periodo e sui luoghi della più famosa guerra del mondo, perlomeno in tema epico: la guerra di Troia. Qualcuno ipotizza come location il mare del nord o la zona tra l’odierna Danimarca e l’Inghilterra. Lo scrittore americano Dan Simmons ha fatto di più.
Per chi non lo sapesse Dan Simmons è uno degli autori più creativi e più difficilmente catalogabili del mondo. Scrive fantascienza? Horror? Gialli? Fantasy? Hard-Boiled?
Tutto in lui è sfumatura, contaminazione, ibridazione e creazione. In realtà il vero mistero è perché, in Italia, non si parla di lui alla stregua di un Wilbur Smith, di un Ken Follett, di un Michael Crichton, di una Patricia Cornwell o di un, orribile dictu, Dan Brown.
La saga di Ilium
può porre fine a tale incresciosa situazione. In questa saga Dan Simmons ha preso i poemi omerici e li riarrangiati aggiungendoci la fantascienza, in Italia è considerato “solo” uno scrittore di fantascienza, e una spruzzatina di Shakepeare. Ha mescolato e messo in fermentazione il tutto, e voilà!, la saga di Troia in salsa moderna, e postmoderna, è servita.
Il romanzo ha diversi piani temporali, l’antica Ilo, una dimensione parallela e addirittura diversi mondi. Uno scrittore, il protagonista, deve vigilare sulle vicissitudini della guerra di Troia e gli dei omerici sono “alieni” in possesso di una tecnologia “quasi magica”.
Come nelle storie omeriche gli dei sono spesso in contrasto e in lotta tra loro. La saga di Ilium si enuclea ora nella terra del futuro e ora nella rocca cara a Priamo, ora in un’altra dimensione e ora sui satelliti di Giove.
Un libro “diverso” e accattivante, dissacrante e colto, di fantascienza e di Cyberpunk.
Simmons ha esplorato con la consueta abilità anche un altro mito nato con l’uomo: quello del vampiro. Per chi volesse almeno due interpretazioni di tale creatura sono caldamente consigliati Danza macabra e I Figli della paura.
Massimo Bencivenga |