L’Armageddon viene visualizzato come tempo, come la fine del tempo. In realtà sarebbe più corretto parlare di spazio, della montagna di Megiddo laddove ci sarà lo scontro fra le forze del bene, i figli della luce contro le armate del male. Alcuni dicono che le forze del bene potranno contare su 144000 guerrieri. Alan Altieri immagina cinque scenari da fine del mondo. Phoenix, Ponte, La sindrome di Wolwerton, Miss Ecclesiaste e Certificato Omega. Phoenix. Jean-Jacques Donatien chevalier de la Deveraux e Ben Yurick sono due vecchie conoscenze dei lettori di Altieri. Il primo ha attraversato i secoli, da Ur dei Caldei alla guerra eterna, al faccia a faccia con il ninja, il Wulfgar; sull’altro giravano storie da basso medioevo dicevano i protagonisti di Kondor, le statistiche in azione non avevano senso per il pilota che sapeva ritornare. Sempre. Dai peggiori campi di fuoco. Come una Fenice.
Due uomini, due maledizioni, due dannati e, intorno a loro, tanto, troppo sangue, innocente o meno, versato per alimentare la loro dannazione. Lo scenario, il campo da fuoco, è la guerra che ha segnato lo spartiacque tra un prima e un dopo: la seconda guerra mondiale. Per la verità mentre leggevo c’era in me la voglia di poter comparire anche altri due colossi di Altieri. Non mi sarei sorpreso se avessero fatto la loro comparsa due giovani ufficiali: Reb langelaan e il wolfman, Alan Jericho Wolf. Sullo sfondo una aereo, sulla fusoliera una scritta: Enola Gay. Ponte.
Il secondo episodio, per certi versi, ma non troppo, sembra un remake in chiave tecnologica di “Cuore di Tenebra” di Conrad. C’è qualcuno che ha capito e ha voltato le spalle al programma, prima di voltare le spalle alla coscienza e alla mente; c’è chi si ostina a non capire, e quando capirà sarà troppo tardi. E, infine, c’è chi capisce alla fine ma non potrà fermare le parole di uno sciamano e la forza di due demoni. Uno forte ed uno debole. E sarà il debole a distruggere. Ad un certo punto ho capito, anche se a me, all’università, raccontavano la storiella del plotone di soldati. Ma il punto cardinale è lo stesso, ossia la fase e la frequenza. Misticismo e scienza che non si escludono, non si sposano, ma coesistono. Altieri sostiene di aver scritto il racconto Ponte durante un viaggio transoceanico. Chissà che l'ispirazione non gli sia venuta da qualche sinistra vibrazione. La sindrome di Wolwerton. Un posto desolato, isolato, lontano dal mondo, dagli odori, dai suoni. Un posto lontano dagli uomini. Un luogo ideale per coltivare un virus, per modificarlo, per nascondere qualcosa. Quello che la “squadra sgombero” del multimegaconglomerato Gottschalk-Yutani trovano, in qualche remota regione, è un enigma. L’intera spedizione mandata a studiare è stata sterminata. Da chi o da cosa? Un computer ancora funziona anche se sembra essere in tilt, non fa che elaborare immagini su immagini, sembrano ricorsive. Sembrano. La squadra che verrà a recuperare gli sgombratori trova solo la dura Keller. Un pilota di elicottero con una nuova conformazione psicofisica. Una condizione dettata dall’isolamento, quando la mente va in tilt e stacca i contatti. Miss Ecclesiaste e Certificato Omega li lascio a voi, mica posso dirvi tutto. Sappiate però che c’è una modella stile Natalia Bush e un uomo che con la morte… gli uomini e le donne di Armageddon non hanno fiducia nell'umanità tutta. Ciononostante continuano ad amare
Massimo Bencivenga |