Spiace dirlo perché per uno scrittore i libri sono come figli, nondimeno, anche se i genitori educano allo stesso modo i figli, gli stessi assumono caratteri e comportamenti diversi. Andrea Camilleri ha regalato ai lettori italiani un personaggio come Montalbano, un investigatore capace di “bucare” la fantasia e lo schermo e rivaleggiare con i Poirot, i Nero Wolf, i Sam Spade, i Marlowe, gli Sherlock e compagnia investigando. Lo stesso scrittore ha restituito un’epica nuova alla letteratura italiana con La presa di Macallè. Una delle ultime fatiche letterarie, Il tailleur grigio, dello scrittore siciliano presta il fianco a non poche critiche e mostra, qua e là, qualche sbavatura. Dopo essersi cimentato con le investigazione, e a mio parere “ll cane di terracotta” è il capolavoro di Camilleri e Montalbano, e con la Sicilia del tempo che fu ecco una storia, per lui, diversa.
Camilleri racconta di un impiegato di banca, su internet girano delle recensioni che lo identificano come Febo Germosino, e del suo rapporto con la procace, sensuale e più giovane di venticinque anni moglie, Adele. Il primo giorno di pensione estrae dalla cassaforte tre lettere vecchie di anni. Due riguardano il suo lavoro, la terza delle presunte corna che la moglie gli avrebbe messo con un gigantesco nero giocatore di Basket. Primo, Febo Germosino era il direttore del nostro eroe, il suo vero nome non viene fuori all’interno del romanzo; secondo, la lettera non lo colse impreparato il nostro neanche ai tempi, ben conscio dell’appetito sessuale della giovane consorte. Nel corso del romanzo si apprende anche di altri due tradimenti: con un giovane architetto, durante un restauro, e con un giovane nipote, in realtà il figlio di una cugina. > Un nero, un giovincello e in professionista. Buona parte degli incubi di maschi italiani viene offerta al lettore, non senza qualche facile luogo comune o banalità. La moglie d’altra parte ha due vezzi: una lunga abluzione, novella dea, dopo un amplesso, e un tailleur grigio che indossa in particolari occasioni. Il nipote di Adele rappresenta la seconda buccia di banana sulla quale scivola Camilleri. Presentato, a pag 35, al lettore come studente di legge riemerge, a pag 93, quasi medico. La svista è funzionale alla storia che Camilleri vuole raccontare, già perché il nostro si ammala e comincia a girare per gli ospedali, mentre sempre più spesso la moglie comincia a indossare il famoso tailleur grigio. Mi spiace per Camilleri, ma per me, e per questa storia, il voto è out. Lasciate perdere.
Massimo Bencivenga |