Quando, e siamo alla fine del primo conflitto mondiale, il giovane ufficiale americano, che il mondo imparerà a conoscere come Harry S. Truman, sente il racconto del vecchio legionario Double Skinner non immagina, non può immaginare che sia qualcosa di più delle avventure di un vecchio lupo di mare. Anni dopo, quando sarà un politico importante, scoprirà un segreto ed un legame agghiacciante tra la sua vita e quella di Double Skinner. Ma cosa aveva raccontato, al futuro presidente degli Stati Uniti d’America, il legionario durante la traversata oceanica che li riportava in America? Double Skinner aveva parlato dei tempi eroici dei clipper, aveva raccontato di “navi di legno e uomini di ferro”; aveva narrato la sua vita e i suoi amori.
E di come quella stessa vita fosse stata, suo malgrado, una continua lotta contro una masnada di biechi individui, avidi di potere e senza scrupoli. Aveva alfine vinto ( O tu o io, Groning. Sino a che avrò fiato), ma il prezzo era stato salatissimo: molti suoi amici e i suoi amori, Lisa e Leanne, finirono uccisi dalla perfida mano di Groning. Ma cosa volevano Groning e compagnia da Skinner? La mappa e la chiave per arrivare al più grande tesoro che il mondo abbia mai conosciuto, un tesoro che trasuda sangue e lacrime: un tesoro maledetto. Il tesoro del discendente del Borte Tchino, il tesoro di Temujin il fabbro, del micidiale conquistatore che chiamiamo Gengis Khan. Per quella mappa Skinner e Groning si sono dati la caccia per 50 anni, dall’Australia della corsa all’oro all’Europa dilaniata dalla guerra di trincea della Prima Guerra Mondiale; per la mappa del tesoro, occultata nella storia dei mongoli dallo scriba e guerriero Qutula-Arqai, si sono rincorsi e affrontato innumerevoli volte. L’ambiguità scriba-guerriero non è l’unica nota stonata nella vita di Qutula-Arqai che, braccato come un animale, dovrà continuamente nascondersi e fuggire in un periplo che, dalla mongolia, lo porterà a Palermo, alla corte dell’uomo chiamato Stupor Mundi: Federico II. Per quel segreto, forse, Federico II fece erigere l’ottagonale, enigmatica e per certi versi esoterica costruzione di Castel del Monte. Per quel segreto Qutula, con un sorriso, morirà, non dopo aver passato la mappa al figlio che la passerà a… Per quel segreto, nascosto nello Williamsburg, lo yacht presidenziale di Truman, il piccolo Oswald Breil, nuovo proprietario del natante in disuso, e la bella archeologa Sara Terracini rischieranno la vita per salvare gli Stati Uniti d’America da una minaccia proveniente dallo spazio. Nome in codice della minaccia: Damocle. La chiave di volta di tutti questi enigmi e segreti è infatti celata nelle paratie del Williamsburg. Oswald Breil dovrà dare fondo a tutte le sue energie e la sua influenza per impedire che migliaia di vite, ivi compresa la sua e quella della bella Sara, vengano atrocemente spezzate da indicibili spasmi di dolori. Tutto ciò, ancora una volta, per quel tesoro favoloso e maledetto. E per l’indipendenza del…
Qutula-Arquai e Gengis Khan, Federico II di Svevia e Harry Truman, Double Skinner e Oswald Breil con il suo Mossad e la sua incredibile capacità di cacciarsi nei guai.
Ci sarebbe di che perdersi, ma non temete. Il comandante Marco Buticchi vi guiderà dalla tolda di comando con mano salda nell’avventura pirotecnica, e senza un attimo di tregua, de “Il respiro del deserto”. Un libro, il respiro del deserto, che va letto con lo spirito dei suoi eroi: con la subitaneità degli attacchi mongoli e con la tenacia dei marinai dei clipper, con l’intelligenza di Sara e Qutula-Arqai e l’astuzia di Breil. E se nel precedente libro di Marco Buticchi, Il Vento dei Demoni, Sara salvò con mirabile destrezza Oswald, questa volta Oswald salverà la bella Sara da un amico troppo invadente e dai sorrisini che le donne usualmente rivolgono alle altre quando queste ad una certa età ancora non…
“Ascolta l’urlo del vento, Sara. Questo è il respiro del deserto”.
Massimo Bencivenga
nella foto Ulan Bator
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