Gli animali marini. Se pensiamo che gran parte del mondo è formato da mari ed oceani potete ben immaginare la copiosa quantità di animali marini che abitano i nostri mari, ma anche le profondità oceaniche e artiche. E se diamo retta agli evoluzionisti ci accorgiamo che, secondo molti, l’intera vita animale si è evoluta a partire da animali marini. Anche il Libro della Genesi dà una primogenitura agli animali marini rispetto agli uccelli e agli animali terrestri. Una volta tanto quindi, intorno agli animali marini, il pensiero di Darwin, il darwinismo, e il concetto creazionista di Intelligent Design si trovano non solo d’accordo ma sembrano addirittura supportarsi.
Quello degli animali marini è un universo fantastico, caleidoscopico nelle forme,nelle dimensioni e nei colori. Calarsi negli abissi marini è un po’ come fare un meraviglioso viaggio nel tempo, nella natura che sperimenta se stessa e, mai paga, sperimenta e sperimenta. Ecco allora animali marini ciechi nel buio delle profondità; ecco allora animali marini enormi, deformi e predoni; ecco allora tante altre cose… i cetacei (balene, capodogli, delfini, orche, narvali, etc,..) che tanto piacciono ai bambini a rigore sarebbero dei mammiferi, ma secondo voi sono o non sono animali marini? E il plancton di cui le balene si nutrono cos’è? Qualsiasi cosa sia può essere anche equiparato agli animali marini. Il tuffo nel tempo di cui sopra è garantito dal fatto che, in moltissimi casi, gli animali marini presentano pochissime evoluzioni, e in ciò sono stati favoriti dalla vastità degli oceani nei quali rifugiarsi e nascondersi. Di tanto in tanto il mare dona agli uomini ed agli etologi esemplari che gli stessi, per i motivi più diversi, ritengono “impossibili”. La criptozoologia è piena di ritrovanti di animali marini che non avrebbero dovuto esistere o trovarsi ancora ai tempi dei ritrovamenti. Alcuni tipi di animali marini rappresentano un labile, ma non per questo meno interessante, legame con il mondo dei dinosauri. Il mare è il nostro passato; gli animali marini per certi versi (ma non troppo eh?) sono nostri avi. Sono tantissime le tematiche da sviluppare intorno agli animali marini. Dalle loro danze acquatiche per il corteggiamento alle loro strategie di sopravvivenza ed di mutuo soccorso, il mutualismo che s’instaura tra il pesce pagliaccio e l’anemone, oppure tra il Gobius ed il gamberetto. Anche animali o esseri leggendari come il mostro di Loch Ness possono essere equiparati ad animali marini. O sono residui del Pleistocene? Lo studio degli animali marini può essere estremamente interessante anche per quanto riguarda la ricerca farmaceutica. Già perché alcuni animali marini hanno la spiacevole controindicazione di essere molto, ma molto velenosi. La rana freccia dell’Amazzonia è l’animale più velenoso del mondo, ma è un anfibio. Gli anfibi sono un’evoluzione degli animali marini? Forse. Ad ogni modo al terzo posto tra gli animali più velenosi del mondo ecco il pesce pietra, questo animale marino rilascia una tossina letale. Lo studio delle tossine degli animali marini potrebbe un giorno portare alla sinterizzazione di medicine e antidoti. Inutile dire poi l’importanza che gli animali marini rivestono nel ciclo alimentare. Il re degli animali marini è considerato essere lo squalo, un animale nel quale ogni funzione è all’acme predatoria. Tutto in lui è funzionale alla sua caratteristica di predone. Con molta probabilità il delfino, che io annovero, erroneamente quanto volete, tra gli animali marini, è invece il più intelligente. Anzi, se consideriamo il numero di suoni come metro dell’intelligenza, allora il delfino è più intelligente persino degli uomini.
Sono diverse le multinazionali che stanno tentando, immaginando il ghiotto mercato è proprio il caso di dire, di introdurre sulle nostre tavole al posto degli animali marini “naturali” degli animali marini geneticamente modificati. Molti scienziati avanzano l’ipotesi che pesci geneticamente modificati, se buttati in mare, possono alterare irrimediabilmente l’ecosistema nel giro di qualche decina di generazioni, che per i pesci significano qualche anno. Secondo questi scienziati l’intera dialettica Pred/Prey verrebbe irrimediabilmente compromessa.
Massimo Bencivenga |