Parliamo oggi dell’orso bianco, anche detto orso polare perché, come si può ben capire, si trova attorno al Polo Nord. Così come si capisce che appartiene alla famiglia Ursidae. E’ parente insomma del nostro orso marsicano.
Ma anche del grizzly americano, più affine allo stesso in quanto a ferocia e pericolosità per l’uomo. L’orso bianco, molto amato dai bambini sia in forma di peluche che di cartone animato, rappresenta infatti un chiaro e presente pericolo per i, pochi per la verità, abitanti della zona del Circolo Polare Artico.
Va detto però che, al pari degli altri animali, attacca l’uomo solo se minacciato o spinto dalla fame. Nelle dure regioni artiche però, non è che ci sia tanta abbondanza, ecco perché tante morti da quelle parti possono essere ascritte a questo animale.
L’orso bianco è, insieme al già citato Grizzly, il più grande carnivoro presente sulla terraferma; generalmente trova il suo sostentamento cacciando piccoli cetacei, piccoli trichechi, molluschi, granchi, salmoni, pesci, persino vermi di mare, uccelli, piccoli di aquile e civette, volpi polari, renne e lemming.
I maschi adulti non disdegnano di attaccare anche Narvali e Beluga, se non sapete cosa sono informatevi, vi dico in anteprima che trattasi di cetacei. Individuata la preda, spesso un giovane o una femmina di narvalo, l’orso bianco entra in acqua (è anche un ottimo nuotatore) e assale agilmente il cetaceo nei punti delicati, come le pinne e la pancia, evitando i colpi mortali.
Di tanto in tanto nei documentari si possono vedere le epiche lotte che l’orso polare ingaggia con i leoni marini, un altro brutto cliente da incontrare lassù al nord.
L’orso polare può vincere la contesa solo se riesce a restare sulla banchisa. In acqua non ha scampo contro il leone marino.
L’orso polare è raffigurato anche su una moneta del Canada, laddove è considerato uno degli animali totem del paese. Massimo Bencivenga
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