E c’è il ritorno nelle librerie dello scrittore e geologo casertano Paolo Farina.
Chi bazzica questi bit ne ha già sentito parlare dal momento che il portale ha recensito gli altri due lavori del versatile professionista, vale a dire il noir enogastronomico Del Nostro Sangue e Al voto dalle parti di Gomorra, imperniato sulla sua prima campagna elettorale.
In questo secondo romanzo ritroviamo il raffinato chef Vanni Cottafava e l’ispettore, con funzioni apicali da commissario, Mario Petrone, capace, per contraltare, di allungare un buon barolo con gassosa.
I due non si erano lasciati benissimo, e un caso nero, ma nero davvero li fa rincontrare in Calabria.
Mario Petrone si trova per le mani “l’affaire Christian Caccuri”.
Christin Caccuri è un mistero nel mistero. E’ stato barbaramente ammazzato dopo essere giunto a capo di un importante ente che a che fare con il ciclo delle acque. Ma la sua vita nasconde alcuni misteri. Misteriosa è la meteoritica e non convenzionale scalata di Caccuri all’ente, non disponendo dei titoli necessari; non meno misterioso è il fatto che ha raggiunto tale livello senza essere considerato un colletto bianco, un contrasto come dicono da quelle parti, della ‘Ndrangheta.
Chi lo ha messo lì? E perché è stato trucidato in maniera così efferata?
Ai due, a Vanni Cottafava con i suoi manicaretti e a Petrone con la sua logica, ora acuta ora grossolana, si aggiunge Laura Sciacchitano. Laura Sciacchitano sembra una studentessa fuori corso, ma in realtà siede nel consiglio regionale. Anche lei vuole vederci chiaro, e fornisce a Petrone le giuste entrature e i rumors politici. Quando la situazione sembra in fase di stallo, ecco che una serie di brillanti intuizioni portano Petrone a risolvere il caso e forse a beccarsi, come l’eroe delle favole, la bella di turno, ossia Laura stessa.
Tutto semplice? Neanche per idea, perché Farina imbastisce una trama multisensoriale per via dei cibi, degli scorci incantevoli e della passionalità calabrese, ma anche a più livelli, visto e considerato che, con l’unica eccezione di Petrone, il quale avrà pur mille difetti ma sa distinguere il verace dal marcio, tutti gli altri personaggi si muovono all’interno di una dualità che li rende umani, troppo umani e che scatena il fulminante colpo di scena, il twist plot direbbero quelli che parlano bene, finale.
Paolo Farina ama il sud. Lo ama come Maurizio De Giovanni la sua Napoli e Mimmo Gangemi la Calabria, protagonista indiscussa, con la sua bellezza, la sua rude attualità, con il fatalismo elevato a religione del romanzo.
E’ un omaggio sincero al Sud,non mancando di spruzzare, anche le situazioni più scabrose, con la sottile e arguta ironia già presente negli altri lavori.
Una volta da quelli parti si preferivano figli maschi, buoni per lavorare e per farli studiare, realizzando il miracolo italiano.
Ecco, questo è un romanzo dove più che la femme fatale bisogna dare una occhiata all’amore paterno.
E che c’entra Hera? E mica posso dirvi tutto io!
Il libro è edito da Edizioni Eiffel
Ben fatto, Paolo Farina.
Caldamente consigliato.
Massimo Bencivenga |