Oswald Breil ha qualcosa in comune con l’eroe bonelliano Zagor: la diabolica e magnetica capacità di trovarsi in mezzo ai guai. Questa volta il temibile piccoletto, ex maggiore del Mossad, ex ministro della Difesa, ex premier di Israele nonché amico personale del presidente dell’Iran, si trovava, una volta tanto, a bighellonare e a comportarsi come un normale marito in luna di miele, quando i guai gli caddero tra capo e collo.
Lui e la moglie, l’archeologa Sara Terracini, all’uscita da un concerto si ritrovarono a mettere in fuga un manipolo di manigoldi che stavano aggredendo una clochard, una delle tante nella Parigi del 2011. Ma perché prendersela con una barbona? E gli aggressori sono simpatizzanti di destra o cosa?
Siccome Oswald e Sara non sono soliti abbandonare i deboli, ecco che si ritrovano a prestare aiuto e ascolto a Mel, la clochard.
I due ascoltano una storia ai limiti del credibile, dopotutto, si sa, i senzatetto non ci stanno tanto dentro. Ma, passo passo, Mel rivelerà loro una storia di passioni forti, totalizzanti; una storia che ha l’incipit nell’Argentina degli anni ’20, in un paese di immigrati. Un paese dove accanto a lei, e alla sua voce cristallina, c’erano i tre fratelli Soriano, Glauco, Michele e Antonio, e c’era altresì un’altra bambina che il mondo imparerà a conoscere come Evita Peron.
Evita come moglie di Peron, Luce come celebre cantante lirica, Glauco, Michele e Antonio in qualità di aguzzini, agenti segreti e fuorilegge, in una ridda di situazioni rocambolesche, drammatiche e pericolose, saranno spettatori e attori del novecento, dagli orrori del nazismo al pragmatismo statunitense, dagli intrighi di Santa Sede all’idea del peronismo, nonché della potenza corrosiva che possono avere e mettere in campo la malavita e le logge segrete.
Già, ma perché prendersela con una clochard?
Perché Luce de Bartolo, o Melodie come di fa chiamare adesso, reca con un sé un segreto; un segreto talmente grande e talmente potente che pptrebbe fare da prodomo alla rinascita del Terzo Reich.
Lei possiede l’ultima parte di una chiave divisa in tre; una chiave che ha il potere di schiudere un enorme tesoro che dovrebbe essere usato per finanziare la rinascita del nazismo. E’ per quel segreto che è stata aggredita, ed è per impedire la rinascita del mostro nazista che Oswald Breil scenderà in campo da per suo, con Sara e i fidi Bernstein e Grandi, impiegando le sue sconfinate risorse mentali e le amicizie influenti.
Oswald si spingerà, per scongiurare il pericolo, sino ai confini del mondo, sino a Neu Berlin, in Antartide; da lì sarebbe dovuta partire la rinascita, lì finìrà tutto.
Ma in quella base segreta, Breil noterà La Spada di Longino, quella originale, donata dagli dei Tuatha de Danan agli uomini e che, nelle mani di Longino, trafisse il costato del Signore in croce. Il tesoro e il simbolo avrebbero reso quegli uomini invincibili. Perché, se è vero che i gerarchi nazisti avevano un cervello limitato (a volerli trattare!), è ugualmente vero che avevano intuito che le idee sono nulle senza simboli.
Avevano compreso ciò talmente bene che, anche nei momenti più drammatici, la ricerca delle vestigia esoteriche, che avrebbero dato valore e legittimità a nazismo, non si arrestò mai, e torme di studiosi furono continuamente inviati nei angoli del globo, con particolare riferimento alla linguadoca e all’asia centrale.
La Spada di Longino era il simbolo che volevano, il crisma della nuova religione che avrebbe regnato insieme al nazismo. Ma il meccanismo di rinascita s’incepperà per effetto di un granellino di nome Oswald Breil.
Il ritmo serrato e le miriadi di situazioni che ho cercato di riportare rendono La Voce del Destino un libro spumeggiante, ma il lettore curioso troverà, nondimeno, non pochi altri spunti di interesse.
Il lettore curioso avrà modo di interrogarsi sul ruolo della Chiesa sul finire del secondo conflitto, sui silenzi riguardo alle barbarie degli ustascia, sull’importanza del rat lines e del corridoio vaticano per il sudamerica e per l’impunità. Lo stesso lettore curioso si potrà soffermarsi sul ruolo delle società segrete nei gangli della finanza, della politica e, - ancora?-, nella Curia romana.
Non è prima volta che Buticchi si avventura lungo questi percorsi, né sarà l’ultima…almeno credo, se non altro perché sono tremendamente affascinanti.
E se in questi giorni vi state appassionando alle vicende dello IOR e alle ossa di Sant’Apollinare in Classe, allora il consiglio è di leggervi non solo questo libro, ma anche Profezia e Il vento dei Demoni.
E magari, alla fine di tutto, vi ritroverete come me a sorridere per il pestone rifilato, con sprezzo del protocollo diplomatico, da Sara a Breil.
Prima di essere una eroina, Sara è una donna. Oswald farebbe bene a non dimenticarlo.
Massimo Bencivenga
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