Dal 7 febbraio è nelle edicole, edito da Gargoyle Books, I centomila Regni, di Nora K. Jemisin. Un libro che ha già vinto il Locus e il Romantic Times Reviewer’s Choice Awards 2011; un libro che è stato candidato anche ad altri premi e concorsi quali Nebula, Hugo, Word Fantasy, Crawford e Gemmell Awards. Insomma, un libro di un certo spessore che, come detto, potrete trovare dal 7 febbraio 2014 in libreria (Gargoyle Extra, EAN 978-88-98172-27-6, pp. 382, 18 euro, titolo originale The Hundred Thousand Kingdoms, traduzione di Serena Maccotta)
Se dèi e mortali si ritrovano insieme, qualcuno deve soccombere, a meno che... questa frase mi ha quasi persuaso che il 2014 potrebbe essere eccome l’anno di una rivisitazione e di un ritorno in grande stile della mitologia. Non solo Percy Jackson, ma anche almeno 2 film su Ercole/Eracle, e magari qualcos’altro più in là.
Nel libro si narra che… All’inizio di tutti i tempi venne combattuta una guerra tra Nahadoth, il Signore della Notte, dio del caos e del cambiamento, e il fratello Itempas, il Signore Lucente, dio dell’ordine e della quiete. Nahadoth la perse procurando a lui e alla sua divina progenie l’intollerabile castigo dell’assoggettamento eterno agli umani, i nemici di sempre.
A distanza di qualche migliaio di anni, il Signore della Notte e le altre divinità sottomesse dimorano nella maestosa città di Sky, fianco a fianco con i membri della famiglia reale degli umani Arameri. Questi, dal Palazzo di Corte, godono della stupefacente panoramica di tutti i Centomila Regni in balìa del loro brutale dominio. Forti di tanta influenza, gli Arameri possono permettersi di plasmare la vita dei sudditi degli altri territori come vogliono e di assecondare i loro personali capricci e sadici desideri, abusando delle facoltà sovrannaturali di Nahadoth e degli altri dèi in cattività. Notoriamente crudeli e freddi, gli Arameri puniscono con la morte chiunque ne questioni la supremazia. Ma i nemici più pericolosi degli Arameri sono essi stessi, impegnati a cospirare di continuo gli uni contro gli altri. Ciò avviene più che mai quando si pone il problema della successione al trono. Il vecchio sovrano Dekarta convoca i suoi nipoti: i fratelli gemelli Scimina e Relad, e la giovane Yeine, figlia di sua figlia Kinneth, appena morta in circostanze oscure. Yeine è nata e vive a Darre, una periferica e arretrata regione settentrionale, che lascia per recarsi a Sky. Durante l’udienza gli eventi prendono una piega spiazzante: il patriarca Dekarta nomina eredi tutti e tre i suoi nipoti, anche Yeine dunque può ambire al trono dei Centomila Regni, ossia del mondo intero. Suo malgrado, la ragazza si trova dentro una spietata competizione per il potere.
Così, catapultata in una terra estranea, all’interno di una famiglia fino ad allora sconosciuta, Yeine deve districarsi in un puzzle intricatissimo di macchinazioni politiche, sotterfugi pericolosi e alleanze mutevoli, imbastito sia dagli umani egemoni sia dagli dèi asserviti. Quest’ultimi, non senza ambiguità, aiutano la ragazza a far luce sulla sanguinosa storia all’origine della stirpe degli Arameri e sulla morte di sua madre – sconfessata vent’anni prima da Dekarta perché unitasi a un uomo, il futuro padre di Yeine, a lui sgradito. Scoperta la verità, Yeine troverà il coraggio e la fermezza necessari per imprimere una svolta incredibile non soltanto al suo personale destino.
Nora K. Jemisin attinge da una vasta varietà di culture, religioni e teorie per dare vita a un’inedita e ben strutturata mitologia, dove tutti i personaggi, siano essi uomini o dèi, incarnano un archetipo dai tratti estremizzati – candore, tenebre, tradimento, furbizia, dissolutezza – e dove – distanziandosi dall’epic fantasy più cruento che procede sotto l’egida del compromesso – si compie una riabilitazione della moralità, quale capacità di discernimento tra potere e abuso, integrità e corruzione.
L’uso della prima persona rende Yeine detentrice unica del punto di vista narrativo creando così un’empatia speciale con il lettore, che ne avverte da subito le sensazioni più recondite, i sussulti di memoria, i dialoghi interiori, i contraccolpi emotivi. Laddove la prospettiva di Yeine non riesce a fornire risposte, subentrano le ipotesi dello stesso lettore, quasi che l’autrice avesse voluto incoraggiarne una tensione speculativa per coinvolgerlo ancora di più nella sua materia narrativa.
Incontrovertibile pilastro della storia è il depotenziamento apparente degli dèi in favore degli umani, un esplosivo trompe-l’œil letterario nonché elemento di maggiore vivacità della trama. Questi dèi in cattività, infatti, non se ne stanno affatto tranquilli e complottano inarrestabilmente contro gli umani, non esitando a mettere in mezzo alla loro plurimillenaria congiura anche un essere mortale come Yeine, portatore di una condotta diversa dai suoi spregevoli consimili. Pur riconoscendo gli intenti manipolatori di cui è vittima, però, Yeine alla fine è pronta ad assumersi apertamente le nuove responsabilità derivatele dal suo prestigioso status e non solo, e decide sulla cosa più importante di tutti e per tutti, indifferenziatamente: la libertà.
E se la fortuna del romanzo di formazione del III millennio risiedesse nel fantasy? È, infatti, sempre più frequente che la bildung si affratelli al fantastico – pensiamo solo a Neil Gaiman, Brandon Sanderson, Jo Walton, Sarah Ash – attraverso trame di articolata incisività. In tal solco si colloca di buon grado lo splendido esordio di Nora K. Jemisin. Lungi dal rivelarsi un limite, la complessità delle prove con cui Yeine deve misurarsi per raggiungere una piena maturità genera un fecondo mix di suggestione e riflessione. Personaggio sfaccettato, Yeine Darr è più cose insieme: una forestiera che si muove guardinga in una società cinica e ostile; una possibile erede di un Regno sterminato; una figlia che deve riconciliarsi con il ricordo della madre, con i conseguenti disincanti e sconvolgimenti; soprattutto, un modello di umanità del tutto antitetico a quello dominante: una diciannovenne ancora acerba ai sentimenti definitivi ma che non è disposta a rinunciare al suo innato senso di giustizia.
Nata nello Iowa, Nora K. Jemisin è vissuta tra New York, l’Alabama e il Massachusetts. Laureata in Psicologia e specializzatasi in Scienza dell’Educazione, dopo diversi racconti, nel 2010 debutta brillantemente con il romanzo I Centomila Regni, che viene tradotto in tedesco, francese, spagnolo e adesso in italiano per i tipi di Gargoyle. Primo episodio di “The Inheritance Trilogy”, è seguito da The Broken Kingdoms (2010) e The Kingdom of Gods (2011). Jemisin è anche autrice della serie “Dreamblood” (finora composta dai romanzi The Killing Moon e The Shadowed Sun), incentrata su delitti che preannunciano un’imminente guerra magica. Vive a Brooklyn, dove, oltre a scrivere romanzi e racconti, lavora come tutor accademico.
Il sito personale è www.nkjemisin.com
Da I Centomila Regni:
Nella lingua Darre abbiamo una parola per indicare l’attrazione che un pericolo può esercitare su una persona: esui. È l’esui che spinge i guerrieri a combattere battaglie senza speranza e li fa morire ridendo. Esui è anche ciò che spinge una donna a innamorarsi di uomini sbagliati per loro, uomini che diventerebbero dei padri senza valore. La parola Senmita che maggiormente si avvicina a questo concetto è brama, che può essere usata per indicare la brama di sangue o brama di vita, sebbene non riescano a rendere in modo adeguato i vari livelli di significato che include la parola esui. Questa è gloria, è follia. È tutto ciò che esiste di insensato, irrazionale, pericoloso. Ma senza l’esui, vivere non avrebbe senso.
Hanno detto:
L’insolito e avvincente racconto di una scrittrice carica d’estro. Kirkus Reviews
Un esordio sfolgorante. Struttura solida, personaggi superbi, trama complessa ma efficacemente sviluppata. Yeine è una protagonista dall’indubbio carisma, il viaggio che compie per andare incontro al suo destino resta impresso nella memoria. Romantic Times Book Reviews
I Centomila Regni è una delizia per il lettore e introduce una forte voce nuova nel genere fantasy. Library Journal
Personaggi sfaccettati lottano con i loro fardelli e desideri individuali, muovendo le fila di un plot fenomenale, con un sacco di colpi di scena a tratti divertenti a tratti spaventosi a tratti agrodolci. Publishers Weekly
Massimo Bencivenga |