La Gargoyle Books, la ben nota case editrice italiana del fantastico a tutto tondo, basti pensare che pubblica Joe Abercrombie e Dan Simmons, Gianfranco Manfredi e Chelsea Quinn Yarbro, ha deciso di affiancare alla narrativa anche delle bellissime biografie e dei saggi sulla musica e sul cinema.
La collana Accadimenti è stata pensata ed è nata propria per raccontare tali storie.
La Storia di questo mese ha per protagonista il duo parigino Daft Punk.
Il libro è scritto da Diego Carmignani, con la collaborazione, nell’introduzione, di John Vignola. I due autori hanno già collaborato proficuamente nel volume Dalla dedicato al cantautore bolognese.
Prima di dare una occhiata al libro, diamo i necessari riferimenti.
Daft Punk - musica robotica, Diego Carmignani con introduzione di John Vignola Gargoyle Accadimenti, pp. 144, euro 14,90 Nelle librerie da Ottobre 2014
Quando l’artista diventa icona di se stesso. Quello che leggerete [...] è il tentativo di descrivere un puzzle riuscito, che ancora una volta demolisce le distinzioni, i recinti in cui si cerca di inserire, sempre più a forza, la musica che oggi si ascolta [...]. La solita distinzione fra popolare e commerciale, nella produzione “discografica” dei Daft Punk, è evidente: il senso di spiazzamento rispetto a ciò che si fa e a ciò che si è, prima e dopo essere magari diventato un robot, non è un semplice espediente comunicativo. Significa giocare con l’immaginario del pop. (Dall’introduzione)
Il libro. Avvicinarsi al duo parigino dei Daft Punk vuol dire travalicare la critica musicale per predisporsi a un’analisi a più ampio raggio, dove l’immagine e il visivo assumono un rilievo assolutamente incomparabile. È quanto fa Diego Carmignani con il volume fotografico Daft Punk - musica robotica, aprendo le sue riflessioni proprio sul significato della trasformazione in robot da parte di Thomas Bangalter e Guy-Manuel de Homem-Christo.
Il computer, o meglio la macchina, […] è necessariamente la star e l’uomo un trascurabile ammasso di atomi. Se la spettacolarizzazione nel mondo del rock si basa su umanissimo sudore ed energia fisica, nell’universo dei campionamenti e della tecnica, l’essere vivente dietro la consolle si limita viceversa a svolgere il ruolo di rigido e fermo esecutore, nel bene e nel male. E dunque lo spazio scenico va riempito, insieme a quello semantico: necessità che non rappresenta un ostacolo, ma un’opportunità. I Daft Punk la colgono al volo per raggiungere vette mai toccate prima.[...] Un imperativo domina […]: non apparire, non mettere se stessi in primo piano per autopromuoversi, non assecondare le dittature dei palinsesti musicali, in sostanza non sottrarre spazio all’estro creativo per mettere la propria faccia in bella evidenza.
La metamorfosi androide del duo Bangalter/de Homem-Christo consente una reinterpretazione, una scomposizione, una decontestualizzazione continue da parte di chiunque si approcci a loro, in una relazione che non ha nulla di passivo e che stimola dialoghi, interazioni, sconfinamenti, miscellanee.
La mise cyborg − periodicamente rinnovata e raffinata − catapulta la coppia in un altrove temporale che, ancor prima di essere futuro, è qualcosa che non c’era in precedenza, un’aura d’avanguardia totale e totalizzante al contempo; sollecita, inoltre, una narrazione fantascientifica in progress, che alimenta senza sosta attrazione e interesse, in un rapporto più somigliante a quello con i supereroi che con i miti in carne e ossa.
Thomas Bangalter (mixer, sintetizzatore, basso elettrico, pianoforte, chitarra, voce) e Guy-Manuel de Homem-Christo (mixer, sintetizzatore, pianoforte, chitarra, voce) debuttano con l’album techno-house Homework (1997) − il singolo Around the world resta ancora oggi uno dei motivi più ballati di sempre −, cui seguono le electromelodie di Discovery (2001) − con in testa la trascinante One more time −, l’istintuale Human after All (2005), la colonna sonora del film disneyano Tron: Legacy (2010), fino a Random Access Memories (2013), incrocio di dance, funcky, lounge. Quest’ultimo lavoro è un omaggio romanticamente ipnotico e ipnotizzante alla musica dell’infanzia, in specie al decennio dei Settanta con cui il duo fa musicalmente i conti sin dagli esordi.
Per realizzare Random Access Memories, i robot si avvalgono di collaborazioni grandiose, rese ancora più grandiose dalla loro inedita commistione − i compositori Giorgio Moroder e Paul Williams, il chitarrista Nile Rodgers, i cantanti Pharrell Williams e Julian Casablancas, il pianista Chilly Gonzales, per fare alcuni nomi. L’album conquista 5 Awards alla 56ª edizione dei Grammy, un plauso mai così unanime da parte della critica, e la vetta delle classifiche musicali di 20 Paesi.
L’intera discografia dei Daft Punk è destinata a incidere straordinariamente sulla musica elettronica, rivoluzionandola quanto a ritmi e campionature nella ricerca continua di una purezza di suono che si approssimi alla perfezione − Dj Falcon racconta che, durante la lavorazione di Contact, ultima traccia di Random Access Memories, i robot interpellano la NASA, che ben volentieri mette a disposizione, per il brano, le registrazioni dei rumori di una missione spaziale.
L’impatto con la cultura pop è esaltante e coinvolge il cinema (si pensi ai concept-video di Da Funk e Fresh, al film d’animazione Interstella 5555, supervisionato dal maestro dei manga giapponesi Leiji Matsumoto, al lungometraggio Electroma presentato all’edizione 2006 del Festival di Cannes), la moda (il sodalizio con Ives Saint Laurent, i volti coperti dagli schermi daftpunkiani delle modelle del couturier colombiano Edwing D’Angelo), il design, la pubblicità (a parte i molteplici spot incentrati su prodotti di tecnologici, ça va sans dire, le note di Digital Love fanno da sottofondo a un commercial per il marchio di abbigliamento Gap, per non parlare dell’apparizione dei robot nell’evocativa pubblicità per l’Adidas assieme a David Beckham, Noel Gallagher e Snoop Dogg), la computer grafica.
Tutti i linguaggi sembrano non voler mancare per niente al mondo l’appuntamento con gli astronauti della musica.
CORREDATO DI UN SUGGESTIVO APPARATO FOTOGRAFICO, DAFT PUNK - MUSICA ROBOTICA È UN VIAGGIO A PIÙ DIMENSIONI NEL MONDO DEI DUE CYBORG TRANSALPINI, UN TENTATIVO DI DESCRIVERE LA LORO PARABOLA ARTISTICA INSEGUENDO E ANDANDO OLTRE UNA PROPOSTA MUSICALE CHE HA CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA NELLA DISCOGRAFIA DEGLI ULTIMI VENT’ANNI. UN’AVVENTURA DENSISSIMA DI RIMANDI E CONTAMINAZIONI, IN EVOLUZIONE CONTINUA TRA ALBUM, PERFORMANCE, VIDEO E COLLABORAZIONI E IN PERENNE DIALOGO CON ALTRE FORME CREATIVE E ALTRE EPOCHE.
INTERCETTARE LE INFINITE TRAIETTORIE DEI DAFT PUNK E CERCARE DI INTERPRETARLE È LA SCOMMESSA DI QUESTO VOLUME.
Hanno detto:
Sono profondamente rispettoso di coloro che esprimono le proprie abilità e arte senza brama di attenzione pubblica, disconnettendosi dalle loro persone per permetterti di godere di quello che creano [...]. Nel mondo della musica non puoi essere più alla moda, più coraggioso, più contemporaneo, più avventuroso dei Daft Punk. [Collaborare con loro è stata] l’occasione per essere elevati a una nuova intensità di emozioni.
PAUL WILLIAMS
Quello di cui ha bisogno il mondo non sono solo buone canzoni dance, quelle penso ci siano. Il mondo ha bisogno di qualcosa di nuovo. […] I Daft Punk volevano fare qualcosa e volevano farla in modo che non si trattasse solo di tirar fuori una nota o un accordo. [...] È tempo di qualcosa di nuovo nel mondo della dance.[...] [ I Daft Punk] dovevano fare qualcosa di diverso, è sempre dance, è sempre elettronica, ma le hanno ridato quel tocco umano che aveva perso.
GIORGIO MORODER
La loro è una strana combinazione di meccanica e robotica con delle imperfezioni. È come voler ricordare qualcosa di vecchio che era davvero bello e che è stato dimenticato.
PANDA BEAR
Questi androidi hanno assunto caratteristiche proprie. È come se stessero costruendo un grande show. Stanno realizzando la loro visione su tutti i livelli, tutte le estetiche. Il pubblico la può sperimentare, ma poterla vedere dall’altra parte ti dà la possibilità di capire davvero quello che sono riusciti a ottenere. Ascolti questo e sai che saranno i classici del futuro.
TODD EDWARDS
La musica dei robot ha il potere di separarsi da tutto il resto che esiste. Non sono legati allo spazio e al tempo. […] Quando ho sentito Get Lucky mi ha fatto pensare a una qualche isola esotica, non sono sicuro se di questo pianeta o no, ma mi sentivo come in un posto in cui fossero sempre le 4 del mattino. Perché se sei su un’isola puoi veder sorgere il sole e il cielo color pesca. La musica era tanto viva quanto l’aria. L’aria era qualcosa verso la quale ti sentivi gentile e grato.
PHARRELL WILLIAMS
Sono stati loro a permettermi di realizzare esattamente quello che avrei voluto fare da tantissimo tempo: un lavoro dove mettere insieme immagini e musica. Concepire un’opera incentrata totalmente sulla musica è stato come vedere un sogno fatto da bambino venirmi incontro.
LEIJI MATSUMOTO, a proposito della realizzazione di Interstella 5555
Diego Carmignani (Roma 1980), giornalista di musica, cinema e spettacoli. Ha collaborato con testate non specializzate (Paese Sera, Left, Terra) e specializzate (Mucchio Selvaggio). Ha curato e condotto trasmissioni per le redazioni musica di Radio Uno, Radio Due e dei Canali Rai di Pubblica Utilità. È co-autore, assieme a John Vignola, del volume Dalla (Gargoyle Accadimenti, 2012).
Info:
Costanza Ciminelli
ufficiostampa2@gargoylebooks.it
www.gargoylebooks
Massimo Bencivenga |