Il ritorno in edicola di Andrea Salieri, un autore che meriterebbe maggiore attenzione per come riesce a mescolare ironia ed emozioni, superficialità mai banale e profondità. Un autore che è stato peraltro protagonista, qualche anno fa di un bel exploit editoriale con il clamoroso, e peraltro inaspettato successo, L’omicidio Berlusconi (10.000 copie vendute), un libro sicuramente originale, a tratti spassassimo ma facendo ugualmente riflettere, con delle situazioni a volte kafkiane, il lettore. Ritorna, dopo L’omicidio Berlusconi, da cui è stato tratto il film Ho ammazzato Berlusconi di Caterina Rogani e diretto da Gianluca Rossi con Daniele Giometto, Andrea Salieri con un nuovo romanzo: L’amore che strappa la carne, sempre edito da edizioni Clandestine.
L’amore che strappa la carne narra proprio la struggente, drammatica e paradossale storia d’amore di una coppia di sposi, nella quale si fondono e contrappongono, sino alle estreme conseguenze, due diversi modi di amare e di vivere. Silvia, realista e materialista, che dell’amore esige di comprendere l’esatta natura. E Alessio, che desidera vivere in unione di spirito con un amore oltre la carne, il tempo e lo spazio, totale e totalizzante. La loro unione si sviluppa completamente fuori dall’ordinario attraverso una serie di reincarnazioni che l’uomo percepisce e condivide con la moglie. La quale, invece, mantiene un unico ricordo della propria giovinezza: quella condivisa con Alessio. Questo confronto tra aspirazione trascendente e limiti del quotidiano diventa un viaggio tra persone e luoghi realmente esistiti, che Salieri interpreta con la consueta originalità e particolarità di stile. Dal poeta inglese Percy Bysshe Shelley (di cui l’autore afferma essere la reincarnazione) al Frutto insperato del deserto, un quattordicenne pellerossa appartenente alla tribù dei Comanche che prese parte al famoso attacco di Forth Parker (1836). Da John Wilkes Booth, famoso attore teatrale statunitense e simpatizzante confederato deluso dal risultato della guerra civile americana, noto per l’assassinio di Abramo Lincoln (1865), a Sigfried Wagner, sottufficiale della Wehrmacht che nel 1941 partecipò al massacro di donne e bambini ebrei nella foresta di Skirotawa. Da Paddy Ryan, pugile irlandese naturalizzato statunitense, campione del mondo dei pesi massimi dal 1880 al 1882, a Edgar Kock, uno dei pochi giovani che riuscirono a fuggire indenni da Berlino est. Con un linguaggio solenne e raffinato, Salieri invita il lettore a riflettere sulla vaghezza della nascita, la vita e l’amore, ripercorrendo un pezzo di storia, forse quella che lui stesso, come afferma, ha vissuto nelle sue vite precedenti. Un inspiegabile succedersi di esistenze: reale incarnazione o immedesimazione con Shelley?
Un motivo in più per leggere L’amore che strappa la carne.
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Andrea Salieri, classe 1962, è un artista viareggino eclettico che si muove da anni nel mondo della scrittura in tutte le sue forme, dalla poesia ai testi per canzoni, dalle sceneggiature al romanzo e ai racconti. A 17 anni mette in piedi una band e inizia a scrivere canzoni. Conosce Eugenio Finardi, che risulterà determinante per la sua maturazione, e fa da supporter per i Matia Bazar e Mink De Ville. Nel 1989 pubblica Acido Lattico, il suo primo volume di poesia, che diventa oggetto di culto tra i giovani che lo simboleggiano quale “poeta della generazione della polvere”; vende 6.500 copie in 3 mesi e si aggiudica un importante riconoscimento, il Premio Camaiore Opera Prima. Nel 1994 registra il suo primo album allo studio Psycho di Claudio Dentes con alcuni dei migliori musicisti d’Italia (fra cui Demo Morselli), ma uscirà in clandestinità solo alcuni anni dopo. Nel 1997, amareggiato ma deciso a non accettare compromessi con l’ambiente discografico, abbandona l’attività musicale per dedicarsi esclusivamente alla scrittura. Oggi non è solo un affermato scrittore, ma un convinto vegetariano dalle particolari caratteristiche: ama l’uvetta, odia l’acqua alta, e parla spesso delle sue precedenti vite. Tra le sue pubblicazioni: Demoni del Cuore (1991), Underground (1998), Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1998), Kay è stata qui (2000), L’amore che accade (2001), L’urlo (Premio Lizza d’Oro, 2002), L’omicidio Berlusconi (2003) – da cui, nel 2008, è stato tratto il film Ho ammazzato Berlusconi –, La percezione della follia (2005) e Barbarie (2007).
Massimo Bencivenga |