Esce a gennaio 2011, per Edizioni Clandestine, Nel nome di Dio, la cruda, coraggiosa e coinvolgente storia di Flora Jessop, donna nota per essere riuscita a fuggire dalla Chiesa fondamentalista di “Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni” (FLDS), una delle comunità religiose fondamentaliste più ambigue degli Stati Uniti.
E’ possibile che, nel bel mezzo degli Stati Uniti d’America, accadano ancora cose del genere?
La risposta è sì. Il libro è un perfetto spaccato di un microcosmo chiuso, inaccessibile e antiquato che afferma la sacralità del matrimonio plurimo (bandito nel 1890, tuttavia ancora vivo in questo secolo), con cui l’uomo prende altre mogli mentre è ancora sposato con la prima, e le porta a vivere nella casa coniugale. Questo rende la donna un accessorio, una nullità, costringendola a piegarsi ai voleri dei genitori e del proprio marito. Ed è la riprovazione di una comunità che, imponendo una cieca obbedienza, conduce inevitabilmente sull’orlo del tracollo psicologico ed emotivo delle persone.
Nel nome di Dio è anche una storia di speranza e riscatto di una donna che, attraverso un duro percorso di crescita e recupero, momenti bui e fallimenti, è riuscita ad affrancarsi da un doloroso passato, conducendo una lotta contro più di mezzo secolo di indifferenza e dedicando infine il suo tempo a chi, come lei, è stato vittima della chiesa fondamentalista.
LA CHIESA - La Fundamentalist Church of Jesus Christ of Latter Day Saints (FLDS) è stata fondata nel 1935 da due mormoni scomunicati, John Yates Barlow e Joseph White Musser. Tra i seguaci Roulon Jeffs, (22 mogli e 60 figli) e il figlio Warren Steed Jeffs (40 mogli e 56 figli), leader della setta dal 2002 al 2007 e suo attuale Profeta. La Chiesa ha sede a Hildale, nello Utah, e nella città gemella di Colorado City, in Arizona. Gli adepti negli Usa sono migliaia ed esiste anche una piccola comunità a Bountiful, in Canada. Essi praticano la poligamia e sono spesso accusati di matrimoni con minorenni. Jeffs, inserito nel 2005 dall’FBI nella lista dei dieci uomini più ricercati d’America e attualmente in prigione per stupro, avrebbe anche proibito ai suoi fedeli ogni sorta di possibile distrazione, come la televisione, Internet, i videogiochi.
Flora Jessop, nata e cresciuta in una delle comunità religiose fondamentaliste più ambigue degli Stati Uniti, con circa diecimila adepti dediti alla poligamia, racconta la propria storia: l’infanzia vissuta secondo i dettami di una setta estremista, gli abusi e le violenze non solo psicologiche durante l’adolescenza e una giovinezza caratterizzata da ripetute fughe nel terrore di essere braccata e di nuovo ricondotta in quello che l’autrice definisce, senza mezzi termini, un inferno sulla terra. Spaccato privilegiato su un microcosmo altrimenti chiuso e inaccessibile, il racconto della Jessop permette di gettare uno sguardo inedito su una comunità che cela, nascoste dietro abiti d’altri tempi e uno stile di vita antiquato, vere e proprie isole di terrore e sopruso, fondate sul terrorismo psicologico e sul lavaggio del cervello. La possibilità di vedere, attraverso gli occhi della narratrice, cosa accade veramente nella cerchia protetta della setta non sfocia tuttavia in un voyerismo fine a se stesso, ma manifesta la volontà di redenzione dell’autrice: questa è anche la storia di speranza e riscatto di una donna che, attraverso un percorso di crescita e recupero fatto anche di bui momenti di perdizione, è riuscita ad affrancarsi dal proprio ingombrante passato e ha dedicato la vita ad aiutare persone, soprattutto minori, a uscire dalla Chiesa Fondamentalista. “Hai una fantasia incredibile! Come fai a raccontare una storia del genere e a sostenere che vada avanti nel bel mezzo degli Stati Uniti d’America? Svegliati! Chi vuoi che ci creda?” La realtà supera di gran lunga l’immaginazione in un libro per stomaci forti in cui una testimonianza unica, fedele e coinvolgente porta con sé un salvifico messaggio di speranza.
Flora Jessop, soprannominata la Martin Luther King del movimento contro la poligamia, è stata la prima donna a rivelare al mondo l’abominio della Chiesa Fondamentalista di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Fuggita a soli sedici anni, oggi vive a Phoenix, dove si batte per i diritti delle vittime della poligamia.
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