Ci sono autori destinati ad essere apprezzati solo dopo la loro morte ed altri che, famosi in vita, vengono dimenticati. Alla prima categoria appartengono due attuali mostri sacri ed autori cult come Philip K. Dick (vi dicono qualcosa Blade Runner e Minority Report?) e John R. R. Tolkien, l’uomo della terra di mezzo e degli hobbit. I loro romanzi sono stati riscoperti anche, forse soprattutto, grazie al Cinema. Mary Mackay (Londra 1855 - Stratford-on-Avon1924), alias Marie Corelli, era molto famosa e ricca in vita quanto misconosciuta ai più oggi. Non proprio una bella sorte per una straordinaria autrice, nata a Londra e vissuta nel luogo che vide i Natali del ben più famoso cigno di Stratford-on-Avon, e letta in vita da persone quali la Regina Vittoria, dalla nostrana Margherita di Savoia e dall'imperatrice Elisabetta d’Austria. Una autrice capace di vendere 100000 copie l’anno, più di personaggi come Arthur Conan Doyle (il papà di Sherlock Holmes, ma un autore che non tralasciava il fantastico con venature horror) e H. G. Wells per intenderci, una personalità spigolosa che entrò in contrasto con Mark Twain e Joseph Conrad. Nel corso del Novecento è stata progressivamente messa da parte, una sorta di maschilismo letterario che ha deciso di condannare alla damnatio memoriae lei e issare sul piedistallo della letteratura i Poe, i Verne, gli Haggard e gli altri già citati.
Ma, al pari del fuoco dantesco che non può essere a lungo imprigionato perché sempre anela, seguendo la sua natura, verso l’alto, così il valore della Corelli è stato riscoperto, incoronando la stessa come la regina del gotico post-romantico. Alla Gargoyle Books, primaria casa editrice italiana nell’horror di qualità, va il merito di aver riportato in Italia questa scrittrice con il romanzo Vendetta !, una storia sicuramente cupa, dominata da passioni e pulsioni talmente forti da essere totalizzanti.
Nel 1884 la città di Napoli è sotto la morsa dell'epidemia di colera, l'aristocratico Fabio Romani si ammala accidentalmente e, creduto morto, viene frettolosamente tumulato nella cripta di famiglia. Ma il conte è vivo e, ridestatosi, riesce a fuggire dal lugubre luogo grazie alla forza della disperazione. Tornato a casa dalla moglie, la bellissima Nina, e dal suo migliore amico, il pittore dilettante Guido Ferrari, scopre una verità che mai avrebbe voluto conoscere, decidendo così di cambiare identità e di attuare una terribile nemesi. Il romanzo si presenta, da un lato, come una confessione del protagonista della storia, il conte Fabio Romani, dall’altro come una sua invettiva. Nella confessione, il conte, che è anche l’io narrante, si mette a nudo davanti al lettore in un faccia a faccia che, seppur cinico e beffardo, non sfugge al dolore provocato proprio della disillusione: i crimini di cui si è macchiato sono stati conseguenti a una vendetta resasi inevitabile per poter recuperare il rispetto di sé e ripristinare un senso di giustizia altrimenti per sempre perduto. Nell'invettiva, Fabio si scaglia contro l’umanità, in generale, e contro le donne, in particolare; in quest’apparente misoginia, è come se la Corelli intendesse porre una distanzia tra sé e il suo sesso non investigando il femminile nel profondo ma semplicemente oggettivandolo a mera causa di riprovazione. L’autrice avvinghia il lettore alla pagina attraverso una narrazione che, se non si sviluppa come un vero e proprio thriller, certo tracima suspense fino alla fine, rivelando un impianto solidissimo per qualità della messinscena - mirabili le rappresentazioni di massa quali gli assiepamenti dei popolani “canterini”, i convivi, i duelli - e per emblematicità degli attori: da una parte Fabio, inizialmente ingenuo e mite poi in preda a una freddezza spietata, dall’altra Guido, baldanzoso gaudente e cialtrone, in mezzo Nina, “malafemmina d'antan” dalla frivolezza crudele. Romanzo nero, dunque? Sì, ma anche feuilleton - con ascese e disgrazie, agnizioni, amori infelici, intrighi e tradimenti - e melodramma, solcato da conflitti insanabili che sottendono universi di valore contrapposti, e punteggiato costantemente da una deprecatio temporum affatto scontata nelle argomentazioni.
Vendetta - Marie Corelli – edito da Gargoyle Books Pagg.: 345, brossura - 15,00 euro
Massimo Bencivenga |